Wraith: The Oblivion – Afterlife | la recensione | Quest/PCVR

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Giocato su Oculus Quest 2

Negli ultimi mesi, c’è poco da girarci intorno, la maggior parte delle uscite VR hanno abbracciato il concetto di arcade game da partite mordi e fuggi: prodotti perfetti per il Quest, ma che ci hanno lasciato anche con un po’ d’amaro in bocca in attesa di una bella avventura classica da goderci sui nostri HMD. Wraith: The Oblivion – Afterlife è – di fatto – il primo grosso blockbuster dai tempi dello splendido The Walking Dead: Saints & Sinners, e riesce quasi sempre ad eguagliarlo per profondità narrativa e di gameplay, ma soprattutto per una durata che farà sicuramente felici gli amanti dei prodotti più longevi. Scopriamo insieme l’ultima meravigliosa opera di Fast Travel Games nella nostra recensione.

Forse non tutti conoscono World of Darkness, l’immaginario a cui sono ispirati diversi giochi di ruolo a tema orrorifico, da cui è nato anche il compianto ed indimenticabile Vampire: The Masquerade. Wraith si ispira proprio a questo universo, buttandoci di peso all’interno di un racconto che alterna il thriller psicologico all’horror più carnale. Nei panni di un fotografo appena defunto, che dovrà scoprire cosa si cela dietro alla sua improvvisa morte, dovremo esplorare la magione di un grosso produttore hollywoodiano in compagnia del nostro alter-ego malvagio a farci da guida, investigando su altre tragiche morti avvenute contemporaneamente alla nostra. Nulla di particolarmente raffinato, ma la narrativa di Wraith: The Oblivion – Afterlife riesce a tenerci con il fiato sospeso dall’inizio alla fine, proponendoci uno scheletro narrativo che è un po’ l’archetipo dell’horror paranormale, ma che riesce anche a stuzzicare sapientemente il giocatore strada facendo.

Sul fronte puramente ludico, l’opera di Fast Travel Games si presenta invece come una via di mezzo tra un adventure ed un survival horror, un po’ come aveva fatto anche la sopracitata perla di Skydance Interactive; restituendoci tutti quegli elementi di game design di cui eravamo orfani da fin troppo tempo. All’interno di una grossa magione, che ricorda la villa Spencer di lontana memoria, dovremo risolvere una serie di enigmi situazionali cercando di sbloccare tutte le strade a nostra disposizione, utilizzando i poteri che impareremo nel corso dell’avventura e cercando di non farci uccidere da una serie di creature che – forse – nel contesto dell’horror in realtà virtuale non hanno mai fatto così paura.

L’impostazione è difatti figlia del survival horror più classico, in cui non potremo realmente difenderci dalle forze in gioco che popolano le aree, ma che potremo soggiogare attraverso una serie di espedienti a tratti formulaici; a tratti realmente originali. Dal nasconderci all’interno di grossi armadi, al camminare in punta di piedi per non farci scoprire; dal lanciare una serie di oggetti per distrarre i nemici, fino all’utilizzo di utensili e poteri paranormali.
A tal proposito, il nostro alter-ego avrà sempre a disposizione una torcia per esplorare le zone più buie della magione, ed una macchina fotografica capace di recuperare i ricordi sparsi per il mondo di gioco. Quest’ultima meccanica, insieme alla possibilità di recuperare una lunga serie di documenti sparsi tra le stanze, rende Wraith: The Oblivion – Afterlife un prodotto nel quale perdersi già di per sé; cercando con veemenza e curiosità tutto quello che nasconde un immaginario lugubre ma realmente irresistibile.

I poteri sono poi un altro elemento fondamentale del prodotto di Fast Traver Games, tanto che ad ogni nuovo beat narrativo ci ritroveremo con la possibilità di utilizzare una nuova abilità, utile a sbloccare passaggi fino ad allora insormontabili. Dalla possibilità di passare oltre una parete, alla forza psichica per spostare oggetti di grandi dimensioni: Wraith ce la mette tutta per mantenere sempre alta l’attenzione, restituendo al giocatore un ritmo effettivamente al cardiopalma, a cui contribuisce anche un elemento horror realmente millimetrico.

Al contrario di molte opere horror moderne, che fanno del jumpscare il loro unico cavallo di battaglia, Wraith: The Oblivion – Afterlife punta invece su una tensione costante e quasi insopportabile, che esplode raramente in sezioni da pelle d’oca; ma che, quando lo fa, lo fa senza esclusione di colpi. Da grande amante del genere, un prodotto come quello in questione risulta effettivamente il perfetto equilibrio tra paura fisica e psicologica, ma riesce – come ogni horror che si rispetti – a rimanere sempre così stimolante che sarà impossibile smettere di giocare. Questo si rivela un risultato importante non solo per quanto riguarda il bilanciamento legato all’elemento di genere, ma anche perché la durata del prodotto si aggira intorno alle cinque ore abbondanti; che possono serenamente trasformarsi in sette od otto se vorrete completare il gioco al cento per cento. Ci si lamenta sempre di una durata troppo esigua per quanto concerne i prodotti VR; ma la verità è che non tutti possono permettersi una longevità estesa in rapporto al materiale di partenza. Wraith può invece permettersi una durata da avventura narrativa AAA senza mai annoiare; e presentando invece soluzioni di gameplay e messa in scena sempre originali che non lasciano – almeno su carta – nemmeno un minuto di fiato.

Il gameplay di Wraith è oggettivamente di ferro, e tutto il know how ottenuto dagli autori di Apex Construct e The Curious Tales of the Stolen Pets si dimostra qui incontestabile; ma l’ultimo horror per Oculus Quest e soci non è, ahimè, un prodotto perfetto.

Se grazie a un potere specifico avrete la possibilità di essere in qualche modo guidati verso il prossimo target, a volte Wraith risulta effettivamente confuso nell’esposizione, facendovi perdere più tempo del previsto nella ricerca di oggetti specifici o aree importanti. Questo perché tutta la villa in cui si svolge il gioco sarà esplorabile nella sua totalità dall’inizio alla fine, sottolineando – forse un po’ troppo spesso – un gusto del backtracking che ogni tanto cozza con un ritmo altrimenti perfetto.
Impossibile non notare poi qualche bug, alcuni più invalidanti di altri, che vanno a rovinare soltanto in minima parte un’atmosfera davvero eccezionale, di cui difficilmente ci dimenticheremo negli anni a venire.

Tecnicamente Wraith è davvero un prodotto impressionante, soprattutto su Oculus Quest 2, su cui sfoggia un impatto tecnico da prima PCVR, come era successo recentemente con Tales from the Galaxy’s Edge. Se modellazione dei personaggi e shader risultano un po’ blandi rispetto alla versione PC, è innegabile come l’opera di Fast Travel Games tenga testa su standalone a gran parte del mercato degli HMD per personal computer contemporaneo. Chiaramente non stiamo parlando di Half Life: Alyx, ma il lavoro sugli interni, sull’illuminazione e sui nemici è qualcosa che raramente abbiamo visto sullo standalone di Facebook, e non solo per quanto concerne la forza bruta.

Impossibile infatti non notare una direzione artistica da grandi applausi, che riesce a restituire un colpo d’occhio estremamente efficace anche solo grazie alla sua palette colori; a un lavoro semplice ma encomiabile sulla messa in scena e su tutti i piccoli elementi che la compongono. Anche l’audio svolge il suo sporco lavoro, e nonostante un doppiaggio in inglese un po’ macchiettistico, Wraith riesce a destabilizzare il giocatore soprattutto per un sapiente utilizzo dell’audio nel lavoro sulla tensione.

Da segnalare poi la presenza dei sottotitoli in italiano: imprescindibili per chi non mastica la lingua inglese, e che faranno la gioia di chi vuole godersi un’avventura per realtà virtuale capendo il cento per cento della sua storia e di tutte le sue sfumature. Per una volta, anche il nostro mercato è stato accontentato.

Wraith: The Oblivion – Afterlife è un prodotto magnifico, che raccoglie la staffetta di quel The Walking Dead: Saints & Sinners che ci ha lasciato per fin troppo tempo orfani di una bella avventura horror in realtà virtuale. L’opera di Fast Travel Games è interessante nella narrativa, tesa e divertente nel gameplay, superiore alla media nella longevità e tecnicamente eccellente. Di più avremmo solo voluto una pulizia di codice che arriverà plausibilmente col tempo, ed un lavoro più raffinato sugli hint legati alla progressione; ma per il resto l’ultimo horror esclusivo per realtà virtuale risulta un vero e proprio imperdibile per tutti gli appassionati del genere.

Wraith: The Oblivion – Afterlife è disponibile su Oculus Quest ed Oculus Rift dal 22 Aprile 2021, mentre sarà disponibile dal 25 Maggio anche per gli utenti Steam.

 

 

 




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