Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge – recensione e video recensione (Quest)

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Giocato su Oculus Quest 2

Star Wars è senza dubbio una delle saghe cross-mediali più importanti della storia della cultura pop, e nessuno può azzardarsi a dire il contrario. Non a caso il franchise ideato da George Lucas ha dato vita non solo ad opere cinematografiche, ma anche a serie, romanzi, fumetti, merchandise e videogiochi. La realtà virtuale ci ha già offerto un assaggio di quello che può restituirci l’epopea di Luke Skywalker e soci con titoli del calibro di Vader Immortal, Droid Repair Bay ed il recente Star Wars: Squadron, ma nessuno prodotto fino ad oggi ci aveva restituito una libertà tale da potersi definire a tutti gli effetti come un vera avventura. ILMxLAB, studio che si cela proprio dietro a Vader Immortal, torna sul suo franchise preferito e decide di mettere una pezza a questa gravosa mancanza, regalandoci un’avventura a tutto tondo piena di azione, senso di scoperta e personaggi iconici; questa volta in esclusiva per Oculus Quest. Vediamo come se la cava il nuovissimo Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge sul nostro fiammante standalone bianco di Facebook.

Il nostro alter ego è qui un semplicissimo riparatore di droni, che si vede improvvisamente attaccato da alcuni pirati spaziali, per poi finire malauguratamente disarmato sulle terre di Batuu. Qui il nostro eroe farà la conoscenza di Seezelslak e Mubo, due simpatici alieni che gestiscono una cantina posizionata proprio su queste terre, in cui il protagonista prenderà degli ordini, che dovrà poi scontare nelle lande selvagge. Se la trilogia di Vader Immortal si concentrava prevalentemente su una linea conosciuta ai più, con risultati altalenanti, in questo caso la penna di Ross Beeley risulta molto più pacata, ed adatta ad un’esperienza videoludica com’è quella di Tales from the Galaxy’s Edge. Non troverete qui storie particolarmente sconvolgenti, ma quello che l’opera ILMxLAB racconta, lo racconta con estrema cura ed un buon lavoro sul ritmo; mettendo soprattutto il gameplay al di sopra di tutto il resto.

È proprio sul fronte del gameplay che Star Wars cambia forma rispetto alle sue iterazioni precedenti, presentandoci una sorta di open world diviso ad aree, in cui svolgere le più variegate missioni di recupero, attraverso però un impianto da FPS. Se Vader Immortal poteva esser definito quasi come un walking simulator, Tales from the Galaxy’s Edge si trasforma invece in una sorta di sparatutto iper dinamico ed estremamente coinvolgente. Accompagnati da un discreto numero di armi da fuoco, dovremo quindi muoverci per le terre di Batuu eliminando qualunque nemico ci sbarri la strada, attraverso un sistema di shooting soddisfacente e preciso. Sparare infatti, nell’ultima opera VR dedicata a Star Wars, risulta estremamente divertente, molto più che in alcuni titoli che si propongono prettamente come FPS iper dritti. Inoltre sarà possibile anche lanciare bombe e speciali droni, utili ad avere un supporto su più fronti nei momenti più concitati.

Nonostante si spari tanto, il titolo diretto da Jose Perez III presenta anche alcuni elementi più vicini al genere dell’RPG, nonostante vengano giustamente affrontati con una certa superficialità. A farci compagnia avremo infatti un inventario dentro cui accumulare le più svariate cianfrusaglie, utili per far moneta nello shop di Mubo ed acquistare tool ed oggetti estetici; mentre dal rapido menù di gioco avremo un teleport istantaneo per rivisitare i luoghi già scoperti, oltre che una lista di missioni piuttosto folta, che potremo gestire come più ci aggrada. Nonostante la linea principale sia quella che ci fa di fatto esplorare tutte le aree presenti nel gioco, le missioni secondarie di Tales from the Galaxy’s Edge non sono poche, ed anzi alcune sbloccheranno linee inedite e corpose, che vi lasceranno con del buon materiale da scoprire anche una volta conclusa l’avventura principale.

A tal proposito, la main quest di questo Star Wars ha una durata che si aggira dalle parti dei tre Vader Immortal messi insieme, e che va quindi dalle due alle tre ore. Ora, se questo fosse tutto quello che l’opera ha da offrire sarei rimasto estremamente deluso, anche perché il gioco ti lascia – di fatto – con la voglia di averne molto di più; ed invece dopo i titoli di coda comprendiamo a pieno la struttura dell’operazione. A sentimento ed a logica, ILMxLAB conta di rendere Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge un vero e proprio game as service, un po’ sulla scia di quel Destiny, che è da sempre portabandiera del genere. Questo vuol dire che se l’avventura base serve di fatto a presentare il mondo di gioco e le sue meccaniche, i contenuti già annunciati che arriveranno nel corso del 2021 andranno ad espandere gradualmente un prodotto che potrebbe diventare realmente monumentale. Chiaramente è inutile fare i salti di gioia ancora prima di vedere l’opera realizzata in toto, ma Tales from the Galaxy’s Edge ha ancora una freccia al proprio arco, ed è una freccia necessaria a far comprendere la direzione dell’intero prodotto.

Una volta raccolta una serie di risorse da riportare a Seezelslak, quest’ultimo ci preparerà un cocktail speciale, ed inizierà a raccontarci una storia. Come dice lui: “te la racconterò così bene, che ti sembrerà di viverla in prima persona”, e – di fatto – è proprio così. Questo espediente, che plausibilmente farà da cornice a tutti i contenuti di prossima uscita, ci porta quindi per la prima volta in un contesto differente da quello che stiamo vivendo su Batuu. Improvvisamente vestiamo infatti i panni di Ady Sun’Zee, una giovane jedi che sta seguendo il buon Yoda in un viaggio estremamente pericoloso. In questa breve avventura sperimenteremo finalmente il potere della forza e la nostra amata spada laser, riscoprendo quel feeling irresistibile che avevamo imparato ad amare con la saga di Vader Immortal. Non voglio fare spoiler su questo specifico racconto, sia perché la sua durata è effettivamente esigua, sia perché è quello che affonda più le radici nell’universo cinematografico di riferimento, e vale la pena viverselo con il senso di scoperta che merita. Vi basti pensare che cambia l’ambientazione e cambiano le meccaniche, e che nonostante la durata non superi i venti minuti abbondanti, vi lascerà anche lui con la voglia di averne molto di più. Poco male, Temple of Darkness è chiaramente un primo assaggio dei sopracitati contenuti, che speriamo si spingano un po’ oltre, quantomeno sul fronte della longevità.

C’è poi una cosa di cui ancora non vi ho parlato, perché in quanto importantissima volevo tenermela per ultima. Sul fronte grafico Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge è quanto di più straordinario e maestoso sia mai uscito ad oggi su un visore per realtà virtuale standalone. Su Oculus Quest 2, l’impatto estetico è straordinario, e risulta praticamente indistinguibile dai primi titoli PC esclusivi del mercato Oculus Rift, confermando finalmente il fatto che sì, il Quest 2 è effettivamente una macchina incredibile. Scordatevi le zone buie di Vader Immortal che servivano a centellinare gli elementi renderizzabili: qui gli spazi aperti sono più belli che mai, sono sorretti da un’art direction meravigliosa, e c’è un lavoro su modellazione ed animazione dei personaggi che quasi non ci si crede. I comprimari presentano infatti un impatto grafico sconvolgente, che non mi sarei personalmente mai aspettato da un visore nato da pochi mesi, e che ci fa ben sperare per tutte le prossime produzioni che nascono sotto il segno del Quest 2. Da oggi nessuno ha più scuse, perché evidentemente il nuovo standalone di facebook ha stoffa da vendere.

Se vogliamo trovare qualche piccolo difetto nell’opera ILMxLAB, non dobbiamo tuttavia andare troppo lontano. Chiaramente per sorreggere questo sforzo visivo straordinario, in casa Oculus hanno dovuto fare qualche rinuncia sul fronte dei contenuti. Se le aree si presentano splendide da esplorare ed inaspettatamente estese, è anche vero che stiamo parlando di circa cinque ambientazioni uniche, che dimostrano una varietà lodevole, ma forse non ancora sufficiente. In un gioco d’avventura vogliamo avere la percezione che la scala del mondo di gioco sia estremamente più estesa di quella su cui mettiamo effettivamente piede, e qui succede fino ad un certo punto. È chiaro che in un prodotto da due ore non ci potevano essere cinquanta location uniche, e speriamo che con i prossimi contenuti questa piccola problematica vada ad assottigliarsi, ma Tales from the Galaxy’s Edge lascia comunque un po’ l’amaro in bocca, una volta esauriti tutti i contenuti.

Un altro piccolo difetto è il bilanciamento della difficoltà. Con mia grande sorpresa, l’ultimo prodotto ILMxLAB si dimostra piuttosto ostico soprattutto negli scontri, anche al livello standard di difficoltà. Se questo non è di per sé un problema, ed anzi il più delle volte risulta stimolante e divertente, dall’altra assistiamo anche ad un paio di picchi di difficoltà un po’ fuori tono, che avrebbero bisogno di un filo di bilanciamento in più per restituire un ritmo omogeneo ed impeccabile. Parliamo davvero di sciocchezze in confronto a quello che è il prodotto, ma è bene tirar fuori anche quei due piccoli nei che la produzione si porta dietro.

Star Wars: Tales from the Galaxy’s Edge è il primo vero videogioco tratto dalla saga di Lucas a dimostrarsi davvero degno del mercato VR. Visivamente impressionante, gameplay divertente, script ben ritmato; l’ennesima perla di ILMxLAB si dimostra a tutti gli effetti la partenza che tutti ci aspettavamo da una saga di tale livello, ed è inoltre soltanto il primo passo, verso qualcosa che diventerà sempre più importante. Se ci ho visto bene ed il prodotto si erge di fatto a piattaforma, possiamo aspettarci nei prossimi mesi una lunga serie di contenuti aggiuntivi memorabili. Se così non fosse, Tales from the Galaxy’s Edge rimarrebbe comunque un prodotto imponente, ma stupidamente sotto sfruttato, rispetto all’evidente sforzo produttivo fatto per tirare su la baracca. In questo caso solo il tempo saprà darci una risposta, ma già così com’è – consapevoli della sua durata e del suo compito sulla lunga distanza – l’ultimo titolo di Oculus è oggettivamente un prodotto imperdibile.

 

 

Tales from the Galaxy’s Edge è disponibile dal 19 Novembre 2020 al prezzo di 24,99€ su Oculus Store, compatibile con Oculus Quest ed Oculus Quest 2.

 




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