TOP 10 PCVR 2020: I migliori giochi dell’anno per la Masterace PC!

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Di sicuro il 2020 non sarà l’anno più bello di sempre, anzi sfido chiunque a trovare gioie negli ultimi 12 mesi. Ma noi boomer VRnautici non ci siamo fatti mancare niente, e anzi abbiamo anche gioito più di una volta. Ci sono state settimane dove il senso di colpa dal non uscire nemmeno di casa era non solo inesistente ma quasi un vanto per permetterci di mostrare una così forte disciplina per il rispetto delle distanze sociali. Solo pizza a domicilio e No Man’s Sky insomma. La piccola grande perla di Hallo games che lo scorso anno aveva superato Asgard e Boneworks ha rispettato a pieno le promesse di un miglioramento costante e sarebbe finito in altissima posizione anche quest’anno se si fosse potuto ricandidare. Lasciando da parte i preamboli non so perché state leggendo questo pezzo in quanto mi sembra chiaro quale sia il gioco dell’anno però apprezzo che vogliate passare 10 minuti a leggere questo articolo dal titolo la top dei 9 giochi migliori del 2020 dopo il primo.


  1. The wizard Dark Times (qui la recensione)

Non ha bisogno di troppe introduzioni Dark Times, seguito di uno dei giochi più divertenti per gli appassionati di magia e uno dei primissimi titoli interessanti del panorama Vr nei tempi che furono.

Provato con mano per la prima volta alla GamesCom 2018 ci ha messo un po’ più del previso ad uscire e ha fatto bene perché questo secondo capitolo fa tutto meglio del primo. Nuove magie, nuovi nemici e nuove meccaniche, non potevamo escluderlo da questa lista essendo anche l’unico titolo PCVR degno di nota per chi trova nella realtà virtuale l’unico modo di espressione della magia. La trama non è sicuro il pezzo più forte del gioco e la conclusione un po’ indecisa della campagna non gli permettere di raggiungere posizioni più alte. In definitiva attraverso gesture e combattimenti convincenti però Dark Times si merita di fare almeno da apripista per questa top 10.

  1. Minimotor Racing X(qui la recensione)

Disponibile su tutte le piattaforme da PSvr a PCvr a Quest Minimotor Racer X  è riuscito a conquistarsi un suo spazio in questa classifica non tanto per l’originalità del concept ma quanto per la sua esecuzione in determinate condizioni. Seppur il gioco si presenti come un mappazzone di modalità tra un Mario kart e un Micromachine v4 una volta trovata la modalità che fa per noi troveremo anche velocemente il divertimento. Il gioco erede del suo capitolo per mobile non ha trovato qui il coraggio per proporsi ai giocatori VR nella sua forma migliore o in una sua supposta tale. Infatti è lasciata al giocatore la possibilità di scegliere se giocare dall’alto come Micromachines, in terza persona, all’interno dell’abitacolo, se sterzare con il pad o con i move o touch controller, se giocate con i power up o senza. Insomma nell’indecisione gli sviluppatori di The Binari Mill ci hanno messo tutto. Questa scelta cerca quindi di accontentare i palati più disparati ma come diceva mia nonna bonanima: tutti contenti, nessuno contento. Va un po’ a gusto personale ma troviamo che la modalità classica con visuale dall’interno e sterzo al volante sia la combinazione più divertente per quanto riguarda il linguaggio della VR. Se non temete nessun tipo di motion sickness passerete più di un campionato all’interno di questo gioco soprattutto per via della cinquantina di tracciati presenti e a una IA abbastanza aggressiva che vi darà filo da torcere tra una sportellata e l’altra.

  1. Real Vr Fishing (qui la recensione)

Parliamo ora di un gioco adatto a tutti e che tutti dovrebbero provare almeno una volta su PCVR. Real VR Fishing come vi fa capire il titolo non è un gioco di guida o di shooting, mi sembra chiaro, ma chiaramente di pesca! Seppur FFXV Monster of the Deep risulti fino ad ora il miglior connubio tra divertimento e pesca troviamo in ottava posizione un titolo migliore sotto diversi punti di vista. Il primo è il colpo doppio che risulta spettacolare tra foto di paesaggi reali e grafica 3D che vi spingerà ad avviare il gioco ad ogni vostro upgrade hardware per vedere come è migliorato. Un sistema di difficoltà scalabile in base al tipo di esperienza che cercate fa sì inoltre che possiate settarlo a vostro piacere. Si passa da qualche gadget tecnologico per aiutarvi e guidarvi nella pesca fino a togliere tutti gli aiuti proponendosi come una vera simulazione sportiva. Un gameplay semplice ma stimolante da padroneggiare vi garantirà diverse ore di divertimento in tranquillità. Seduti sulla sedia magari ascoltando le vostre playlist di Spotify preferite grazie all’integrazione con esso. Se volete liberare il Sanpehi che è in voi quest’anno avrete pane per i vostri denti! 

 

  1. Tetris Effect (qui la recensione)

Something old something new! Direttamente dalla Russia a ritmo di Kalinka con chitarristi di balalaika Tetris ha dimostrato di essere crossmediale e crossgenerazionale, superando quindi Skyrim. Skyrim che perde così il primato perché l’eta anagrafica non gli ha permesso di essere in regalo nei fusti del detersivo nelle console portatili del tempo. Questa la capiranno solo i boomer ma vedere per credere siete tutti più vecchi di Tetris nelle nostre anagrafiche di Youtube. Dal creatore Pajintov che ha rischiato di morire in povertà e disgrazia perché in Russia le royalties non esistono….insomma diritti d’autore…questi sconosciuti,  anche la VR ha  quindi il suo Tetris, e che dire? È più in forma che mai! Non è mai stato così piacevole mettere in fila blocchi da 10! Dopo Rez il genio di Mizuguchi non poteva che farsi carico anche di questa riproposizione tanto semplice quanto stupefacente nella sua esecuzione. Colori musiche ed emozioni ci accompagnano in una esperienza mistica e spirituale. Dozzine di scenari che vanno a fondersi con il gameplay rendono l’esperienza infinite e rigiocabile per anni come l’originale ci ha accompagnato per più di trenta! Il suono dei blocchi si sposano magnificamente con la colonna sonora, piccola meccanica aggiuntiva una barra di energia da caricare che ci permetterà di fermare il tempo per aiutarci nei momenti più ostici. Livelli così belli che una volta terminata la campagna sarò possibile esplorarli come semplici fondali! Il gioco propone tantissime altre modalità di varia difficoltà per tenerci incollati al nostro visore per ben più di una dozzina di ore! In conclusione il gioco nella sua versione pc regala la miglior piacevolezza visiva, texture e particellari avvolgenti ci accompagneranno piacevolmente in un concept che conosciamo a menadito ma che non ci stufiamo mai di giocare!

  1. Population one (qui la recensione)

Che i battle royale siano stati un fenomeno tanto grande quanto inaspettato ormai è chiaro a tutti, genitori che fino a pochi mesi prima chiamavano tutte le console con un generico Nintendo e i videogiochi erano dei colori e suoni senza nome si sono ritrovati stampato in faccia la parola Fortnite e hanno dovuto loro malgrado capire cosa fossero le skin e cosa significasse acquisti in-game. In Vr siamo stati orfani a lungo di esperienze in battle royale davvero valide ma il team di BIGBOXVR ci va a mettere una pezza e inaspettatamente si rivela un titolo che senza ma e senza se ha capito e tradotto il linguaggio della realtà VR nel miglior modo possibile. Non stiamo qui ad analizzare i pro e contro dei battle royale, ormai sono così inseriti all’interno del tessuto videoludico che sarebbe cose se vi dovessi spiegare cosa sia una avventura a puzzle o uno strategico. In Population One potete star certi che tutte le regole sono state rispettate, i loot si cerca sul campo, vince chi rimane vivo per ultimo, verticalità degli ambienti e tanta tanta fortuna. Se fate parte degli odiatori seriali di questo tipo di gioco forse la VR vi darà una ragione in più per provare ad appassionarvici diversamente sono sicuro che state ascoltando questo video mentre camperate o vi nascondete dentro una costruzione sperando che gli altri si ammazzino da soli. I team formati da tre giocatori, quindi non in tutti contro tutti, aggiungono coinvolgimento alle partite e la planata o volo libero da qualunque altura garantiscono la mobilità adatta al ritmo del gioco. Lo shooting non ha niente da invidiare ai titoli fps più famosi per i nostri visori anzi alzando l’asticella grazie alle lievi modifiche fatte al sistema di ricarica.  Banane, bibite, scudi e granate danno colore a un gameplay solido e divertente. Poteva mancare l’elemento di costruzione in un battle royale? No ovviamente gli sviluppatori non sono scesi a compromessi e non si sono lasciati sfuggire niente, la meccanica ancora nelle partite non sembra aver conquistato i giocatori, un po’ perché non è così facile da padroneggiare un po’ perché c’è bisogno che qualche famoso streamer mostri al mondo come bilanciare la fase di shooting e di building. Il prezzo o per meglio dire già solo il fatto che abbia un costo potrebbe fare storcere il naso ma per questa qualità aspettarsi un titolo gratuito sarebbe fantascienza. Non escludiamo che in futuro possa diventarlo ma sicuramente adesso Population one senza ma e senza sé è l’esperienza migliore per tutti gli appassionati del genere e merità più di un’occasione anche per gli appassionati dei giochi di shooting in realtà virtuale.

 

  1. The Room (qui la recensione)

Non so quanti di voi siano amanti dei puzzle game, se amiate stare davanti allo stesso schema per ore tra paglie, birre e pugnette a pensare e provare tutte le combinazioni offerte dal gioco. Accendino con porta, chiave con accendino, bicchiere pieno di alchool con accendino davanti alla porta e via che anche oggi ci divertiamo domani. Sinceramente a me girano le bolas dopo tre secondi soprattutto in VR. Se per le donne e gli uomini e sempre valsa la regola del 3 in vr vale la regola del 10. Il tempo si dilata smisuratamente in VR, praticamente diventa la stanza dello spirito e del tempo, ma invece che uscire da lì muscolosi ne usciamo come Fat Buu. Ma siamo al quinto posto quindi the room rappresenta una piacevole eccezione al genere noia mortale. The room già presente su mobile rappresenta una delle serie più famose e scaricata di sempre. Puzzle decisamente intriganti e raramente frustranti in VR riescono a trovare una magnifica dimensione. Una trama relativamente interessante è però affiancata da un sistema di progressione che evita la frustrazione e il conseguente abbandono del gioco. Ogni tot minuti infatti il gioco vi permetterà di accedere a un indizio aggiuntivo per la risoluzione dell’enigma fino a un massimo di tre. Questo aiuta tantissimo il ritmo del gioco e ci inserisce nel mood per farci capire dopo qualche minuto il ragionamento logico che gli sviluppatori si aspettano da noi. Ambientazioni varie e un comparto tecnico più che sufficiente rendono il gioco imperdibile per chi abbia amato la serie su mobile ma anche degna di più di una chance per chi non abbia mai pensato di misurarsi con un puzzle o escape room in VR.

  1. Paper Beast (qui la recensione)

Quarto posto, Paper Beast, sia ben chiaro ragazzi che questa classifica è stata fatta non esclusivamente da me, ma ne abbiamo discusso internamente. Così tanto internamento che vi sfido a scrivere qui sotto nei commenti su quali giochi Alessandro abbia messo il veto di morte se non fossero stati inclusi. Minacciando anche di tagliarsi un orecchio. Quindi ragazzi, quarto posto Paper Beast.
Non poteva mancare in questa classifica uno dei giochi più ispirati dell’anno, probabilmente non il più chiacchierato tra gli utenti ma sicuramene una gemma che vale la pena di provare. Anche solo per lasciarsi immergere per una manciata di ore in quello che più si avvicina per VR a quello che Journey è stato per il gaming flat tradizionale. Siamo sicuri che non vi pentirete di nulla una volta portata a termine l’esperienza. Il gioco volendo riassumere in termini brevi non è altro che un’avventura puzzle su una ventina di livelli. Troppo breve questa descrizione però in quanto il gioco risulta essere anche espressione artistica e anche viaggio introspettivo, comandi e interazioni semplicissime ripuliscono il gameplay per lasciare spazio a bestie e animali di vario tipo fatti di carta. Accompagneremo quest’ultimi nel loro viaggio, nella loro migrazione, risolvendo i puzzle che mano mano il percorso ci metterà davanti. Come per altri giochi come ad esempio Death Stranding quando dietro un gioco c’è l’idea creativa di poche o di una singola persona il gioco ne risente fortemente in quanto in grado di esprimere e di toccare tasti nascosti dentro di noi che un team eterogeneo di gusti e differenti background difficilmente riesce a fare. Se non vi emozionerete nemmeno una volta giocando questo gioco probabilmente non andrete in paradiso ma non vi preoccupate questa classifica ha tanti giochi pensati anche per voi!

  1. Star Wars: Squadrons (qui la recensione)

Non si scherza più adesso e si fa sul serio, e anzi iniziamo ad andare sui giochi in cui il piacere personale viene supportato da un quadro più ampio ovvero il futuro della VR.

Squadrons finisce al terzo posto perché non si è mai visto un gioco con un tale investimento dietro, con degli asset tripla A di quel calibro, con quella qualità sonora se non per brevi brevissime tech demo.  Se nessuno ha l’onesta intellettuale di ammettere che il gioco vero in Squadrons è la modalità VR è perché scrivere su un cartellone “Nuovo gioco di STARWARS in VR con la anche la modalità flat” vende meno che dire “Nuovo gioco di STARWARS lucidate i vostri ala X e preparatevi al decollo”. Long story short: è un gioco di combattimento spaziale in multiplayer esclusivamente in prima persona, è presente anche una campagna dalla buona durata che serve più come lunghissimo tutorial di ottima ottima fattura per introdurci nelle meccaniche, nelle strategie e per regalarci qualche momento di ammirazione dello spazio circostante. Chiaro che il vero cuore del gioco siano le battaglie multyplayer ma a meno di allenarsi duro e o voler giocare con i bot buona parte del vostro tempo la passerete in attesa del respawn come in ogni gioco di questo tipo naturalmente. Vale la pena anche solo per la campagna? In VR assolutamente assolutamente sì, sedetevi tranquillamente giocate alla difficoltà che più vi piace e godetevi lo spazio profondo con qualunque tipo di visore, forse meglio se OLED visti i bellissimi contrasti che gli scenari propongono.

  1. TWD: Saint and sinner (qui la recensione)

Vista la qualità anche di TWD onslought siamo rimasti fino all’ultimo indecisi su cosa mettere in questa posizione. Ovviamente si scherza, non c’è mai stato un solo istante in cui abbiamo pensato di mettere uno piuttosto che l’altro!

Gennaio apre il funesto anno 2020 nel migliore dei modi per la VR, quasi inaspettatamente Saint’s and Sinners si rivela subito un gioco geniale e profondo. La pesantezza delle armi, il feedback piacevolissimo delle meccaniche melee e la sensazione di essere dentro un vero survival horror catapulta il titolo al secondo posto della classifica dell’anno. Pauroso ma non troppo il gioco è un must have a tutti i costi. Il recente aggiornamento che ci permette di giocare a una specie di modalità orda non fa altro che ampliare il divertimento e rendere il gioco più consigliato che mai. La meccanica della stamina introdotta non ci permette di scappare e dimenarci in continuazione e quindi ci porta a riflettere bene ogni nostra mossa e morire anche solo davanti a tre zombi per aver interpretato male l’azione non è così raro. Graficamente non punta al realismo, ma un connubio tra il fumettistico e texture in alta qualità restituiscono un ottimo impatto alla vista. Forse l’aspetto meno convincente è il combattimento contro altri umani di altre fazioni che troveremo nel nostro cammino, ma al netto di questo TWD è un gioco che non può non essere nella libreria di ognuno di voi, anche per chi si spaventa facilmente!

  1. Half life: Alyx (qui la recensione)

Avremo potuto solamente elencare I 9 giochi precedenti come lista della spesa per utilizzare tutto il resto del tempo a spiegare del perché Alyx è il gioco di quest’anno, dell’anno prossimo e dei prossimi 5 almeno.  Quasi a un anno di distanza ci chiediamo ancora se questo Masterpiece della VR abbia fatto bene o male alla realtà Virtuale. Inspiegabile il perché abbiamo ricevuto un gioco dal futuro e l’unica risposta che mi sono dato è che un team di sviluppatori nell’anno 2050 abbiamo voluto mandare un gioco nel passato per fare in modo che la VR non morisse dal 2021 e si ritrovassero un futuro senza VR. È chiaro come il gioco di Valve non appartenga ai nostri tempi oppure gareggi in un campionato totalmente diverso. Ci sono davvero diverse unità di distacco dalla media dei giochi visti nel 2020 in PCVR. Tecnicamente bellissimo, una direzione artistica assurda vengono valorizzati da un linguaggio VR interpretato e tradotto da OSCAR. Il gioco non sarebbe stato così bello nemmeno se lo avessimo immaginato e supera ogni più rosea aspettativa. Se invece di Alyx si fosse chiamato Peppapig sarebbe stato bellissimo ugualmente ma averlo ambientato nel immaginario di Half life ha fatto capire che tutto è possibile nella vita e che tutto può accadere, anche il sogno più profondo e irrealizzabile. Per tutti i neofiti della VR consigliamo fortemente di non comprare un visore e partire direttamente con questo gioco in quanto il 99% delle restanti esperienze non ne sarebbe poi all’altezza del confronto e vi porterebbe in un turbine di insoddisfacimento. Tredici, quindi ore di durata per il gioco Valve con dei capitoli che si susseguono una meglio dell’altro, situazioni stupende mai viste prima in altri giochi VR potremo trovargli dei difetti solo cercando di non vedere il quadro completo. Certo lo shooting poteva essere un po’ meglio, i puzzle un po’ più difficili e bla bla, ma resta il fatto che dopo i titoli di coda il gioco vi tappa la bocca per sempre.  Se Valve viene dal futuro e il gioco rappresenta la qualità media dei giochi VR del suo periodo di appartenenza ci aspettano grandi cose. Per tutti quelli che invece l’anno giocato vi aspettano solo due cose da fare, o vi mettete in ibernazione o siate pronti a montare sulla nostra Delorean perché casi amici di Vr-italia dopo questo, ritorniamo nel futuro!

Arrivati quindi al termine non possiamo che augurarvi e augurarci un 2021 migliore dell’anno appena trascorso Valve aveva promesso che sarebbe ritornata sul brand Half life solo se avesse avuto qualcosa da dire e cavoli se ha parlato!

Buona VR a tutti!

 

 

 




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