Synapse | la recensione | PSVR2

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Giocato su PSVR2

Nel mercato della realtà virtuale abbiamo poche certezze, ma una di queste è che nDreams non può deluderci. Gli autori e le autrici dell’ottimo Phantom Covert Ops e di quella meraviglia che è Fracked tornano oggi a gamba tesa con un nuovo FPS a copertura sulla falsariga della loro ultima pubblicazione, anche questa volta in esclusiva (forse temporanea) su PlayStation VR. A questo giro, i nostri, provano però a esplorare un game loop ancora inedito nella loro line-up, affrontando un genere forse tra i più prolifici di un’intera industria. Dopo avermi esaltato con la beta, Synapse sarà quindi riuscito a convincermi come speravo?

L’idea è semplice: nei panni di un agente infiltrato, dovremo muoverci nei meandri della mente di un super criminale, cercando di raggiungere il suo subconscio e scoprire così dove si nasconde una pericolosa arma batteriologica che potrebbe mettere in pericolo l’intera umanità. Un concept simile a quello di Inception, che viene tuttavia esplorato esclusivamente attraverso dei dialoghi fuori campo, che contrappongono il villain – interpretato dal David Hayter di Metal Gear Solid – al nostro diretto superiore, che ci restituirà le indicazioni necessarie per proseguire. Non è una narrativa particolarmente brillante, come d’altronde quella dei precedenti lavori dello studio, ma fa il minimo indispensabile per arricchire un contorno che vede al suo centro – com’è giusto che sia – il gameplay.

La struttura di Synapse è una via di mezzo tra quello che ci si aspetta da un’avventura narrativa tradizionale e un roguelite di stampo contemporaneo. A partire da un hub centrale entreremo immediatamente nel primo strato della mente, cercando di completare in sequenza poco meno di dieci livelli che ci porteranno al centro della mente dell’antagonista. L’obiettivo? Eliminare, semplicemente, tutti i nemici.
Ma c’è un twist: ogni volta che arriveremo alla fine di un livello ci verrà data la possibilità di sbloccare dei poteri unici, che andremo ad accumulare progressivamente proseguendo nella nostra traversata, diventando macchine da guerra sempre più efficienti, fino alla nostra inevitabile dipartita. Come vuole ogni roguelite, una volta tornati all’hub principale perderemo i poteri accumulati in game, ma potremo potenziarci permanentemente attraverso uno skill tree ricco e pieno di sorprese, che andrà davvero – come raramente ho assistito recentemente – a modificare il modo in cui giochiamo, e ad arricchire le possibilità di un combat system già di per sé eccezionale.

Parte infatti dalle ottime basi di Fracked il sistema di coperture e di combattimento che ci propone Synapse; basato fondamentalmente sulla possibilità di agganciare qualsiasi superficie con le nostre mani per pararci, scalare o muoverci più velocemente dentro allo scenario. La novità, su questo fronte, è che oltre ad avere a disposizione una discreta scelta di armi da fuoco, in linea con quella di Fracked, potremo anche contare sui nostri personali poteri psichici. Attraverso la nostra mano non dominante potremo infatti afferrare oggetti e persone da muovere a nostro piacimento, dando vita a dei piccoli quadretti di distruzione fenomenali ed esaltanti: un’estasi dei sensi che non provavo da un po’, in realtà virtuale.

È un combat system furioso, che offre una quantità di possibilità davvero eccezionale, e che permette di calarci interamente nel nostro alter ego, facendoci sentire parte di un qualcosa molto più grande di noi. È una sensazione che ho provato con questa insistenza soltanto, forse, con Pistol Whip e RUINSMAGUS: un tipo di partecipazione attiva, carnale e totalizzante, che rischia di divertire così tanto da farci dimenticare del tempo, e delle proprie condizioni fisiche. Dopo la mia prima run a Synapse ho tolto il mio PlayStation VR 2 ed ero distrutto. Erano passate circa tre ore, e non mi ero minimamente accorto né del tempo che era trascorso, né dello sforzo fisico, quasi atletico, che stavo facendo: un valore indiscusso per un prodotto che fa una sola cosa, ma la fa a un livello così alto che è impossibile avere qualcosa da dirgli. O quasi.

L’unico difetto, se così vogliamo chiamarlo, di Synapse è la durata. È un difetto in parte relativo, perché laddove io ci ho messo due ore per chiudere una run, Michael ce ne ha messe cinque, sottolineando quindi un valore legato sostanzialmente al vostro grado di consapevolezza del mezzo e alle vostre capacità fisiche nel contesto dell’FPS in realtà virtuale. Per finire il gioco al primo livello di difficoltà potreste quindi metterci una piccola manciata di ore, oppure cinque, oppure – addirittura – dieci. Eppure, una volta completata la run principale, la storia non si chiuderà lì. Il trucchetto escogitato da nDreams per estendere la longevità è infatti quello di riproporvi più volte l’intera campagna con più nemici e più cattiveria, facendovi sfruttare i poteri accumulati in modo più strategico e aumentando insistentemente il grado di sfida. Senza farvi spoiler, è un trucchetto che non viene usato una sola volta, ma va avanti fino a quando non esaurisce un racconto che gioca prevalentemente sui twist di chiusura, e continua a rilanciare a ogni run. È comprensibile: lo studio non può competere con quelli da tripla A, e l’ottimizzazione dei tempi di sviluppo da qualche parte doveva pur tirar la coperta. Peccato, perché – esattamente come in Fracked – quando un prodotto è così bello, finirlo prima del previsto è sempre un colpo al cuore.

Tecnicamente, invece, Synapse si difende in modo eccelso. La direzione artistica è meravigliosa, e nonostante giochi costantemente tra il bianco e nero degli ambienti e le spruzzate di colore al neon dei nemici, risulta sempre interessante, senza diventare mai stucchevole. Ma l’elemento migliore del pacchetto visivo è senza dubbio la pulizia tecnica: cristallina su PSVR2, tanto che per trovare dell’aliasing, anche in lontananza, ci si deve proprio sforzare. È frutto di un’ottimizzazione eccellente, che lavora su dei 120HZ riproiettati che non pesano decisamente come quelli di Resident Evil Village o Gran Turismo 7, e che sfruttano l’eye tracking in maniera encomiabile. Eye tracking che viene oltretutto sfruttato anche nelle meccaniche di combattimento, e che è possibile utilizzare addirittura come punto d’aggancio per gli oggetti che andremo a muovere attraverso la telecinesi, con una naturalezza quasi sconcertante. Ottime poi anche le musiche e il doppiaggio, chiaramente soltanto in inglese, ma sottotitolato con cura anche in italiano. Un po’ hardcore invece il comfort, dovendo necessariamente muoverci attraverso il movimento libero e gli spostamenti ad aggancio, che potrebbero far storcere il naso a chi è abituato a una fruizione più light, via teleport.

Synapse è, senza troppi giri di parole, uno dei più grandi FPS VR di tutti i tempi. Un titolo soddisfacente come pochi, capace di immergerci come soltanto la realtà virtuale è in grado di fare, e sempre efficiente nel proporre una formula estremamente a fuoco, eppure pregna di sfumature. Un prodotto imperdibile per chiunque abbia PlayStation VR2, che inizia ad accumulare un parco esclusive ancora piccolo, ma già in grado di competere con i grandi player del mercato. nDreams, vi prego, non fermatevi mai, perché è proprio dei videogiochi come Synapse che abbiamo più bisogno. 

Synapse è disponibile dal 4 luglio 2023 al prezzo di 34,99€ su PlayStation VR2.

 




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