Pistol Whip 2089: recensione e video recensione (Quest/PCVR/PSVR)

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Giocato su Oculus Quest 2

Più o meno un anno fa usciva Pistol Whip, opera terza di Cloudhead Games, che si andava ad aggiungere all’improvviso al buon numero di rythm games presenti sul mercato VR. Con nostra grande sorpresa però, Pistol Whip non era il solito clone di Beat Saber, ma uno strano miscuglio tra un’FPS iper-adrenalinico, ed un gioco in cui andare a tempo con il beat. Il risultato era stupefacente, tanto da farci sentire dentro ad un film d’azione in cui il protagonista è l’essere umano più figo di sempre, risultando di fatto forse l’esperienza più sinceramente esaltante mai proposta su un caschetto VR. Dal lancio sono stati aggiunti sempre più pezzi e funzioni, ma oggi arriva finalmente la sua prima campagna narrativa denominata 2089, disponibile sotto forma di DLC e che andrà ad affiancarsi a tutte le altre modalità.

Su VR Italia non abbiamo mai parlato di Pistol Whip, quindi faccio una piccola premessa per chi non conoscesse questa perla del mercato VR. Nel prodotto Cloudhead Games dovremo affrontare diversi livelli di difficoltà variabile, in cui il nostro alter ego si muoverà automaticamente in linea retta, mentre cerchiamo di eliminare tutti i nemici presenti nell’area, e di evitare conseguentemente tutto il piombo che ci correrà addosso. Raccontato così sembra il solito FPS ad ondate, ed invece non è così.

Intanto, ogni livello è legato forzatamente ad un brano di stampo prevalentemente elettronico, che declinerà il ritmo con cui i nemici andranno a muoversi e spararci, creando una vera e propria coreografia capitanata in prima persona dal giocatore. Se infatti gli elementi del livello saranno sempre gli stessi a seconda della difficoltà selezionata, la maniera in cui affrontare le orde starà tutta a noi, a seconda della dell’univoca sensibilità dell’utente. C’è chi ad esempio deciderà di agire soltanto con schivate e movimenti secchi in un’unica posizione, chi cercherà di affrontare il tutto come un balletto di danza classica, e chi invece gronderà di sudore scivolando ovunque e sparando all’impazzata dietro alla schiena. Chiaramente, più sparerete a tempo di musica, calpestando il beat con il rumore dei proiettili esplosi sui nemici, e più guadagnerete punti che vi serviranno a scalare le classifiche.

Il gameplay di Pistol Whip è così millimetrico che ogni livello sarà come vivere un film d’azione dal respiro singolare ed unico, che andrà inoltre a manifestarsi anche con un lavoro sempre diverso sulle ambientazioni. Gli elementi poligonali e lo stile estremamente minimale di Pistol Whip non vuole immergervi in mondi iper-realistici tutti diversi tra loro, ma andrà a giocare con alcuni semplici elementi stilistici, che andranno di conseguenza a cambiare totalmente la percezione del livello. È difficile da spiegare, e l’unico modo per comprenderlo a pieno è quello di viverlo in prima persona, ma fidatevi quando vi dico che sul mercato non esiste niente di simile.

Per sopperire alla presunta mancanza di personalità e di un fil rouge tra i livelli, in Cloudhead hanno ben pensato di aggiungere – per l’appunto – una piccola campagna composta da cinque livelli, che tenti anche di raccontare una storia; e questo ci porta a 2089. La storia dell’ultimo DLC di Pistol Whip è chiaramente un pretesto per farci sparare ancora più rabbiosi nel nuovo universo proposto, ma il tono anni ottanta e l’estetica generale la rendono esaltante quanto basta, nonostante una mancanza generale di profondità nel racconto. So bene che la leggerezza è voluta, ma mi sarebbe piaciuto vedere qualcosa di un filo più strutturato, e non solo una serie di cutscenes a tavole da disegno molto curate, ma di fatto un po’ inutili. Poco male, perché una volta messe le mani sulla nostra arma, il divertimento supera ogni più rosea aspettativa.

Sul fronte della struttura ludica, in 2089 nulla è cambiato. L’obiettivo è sempre quello: arrivare alla fine del livello vivi cercando di totalizzare più punti possibile. Tuttavia, avendo il DLC di Pistol Whip una sorta di fil rouge narrativo, vengono in questo caso proposte scelte di messa in scena e di gameplay decisamente originali, che vorrei tanto, ma non posso, raccontarvi. Questo perché, quando vi troverete improvvisamente davanti a queste sopracitate novità non potrete che rimanere a bocca aperta, e non voglio sinceramente rovinarvi la sorpresa. Vi basti pensare che alla fine di uno specifico livello non riuscivo a togliermi dalla faccia quel sorrisetto del cazzo che abbiamo avuto un po’ tutti stampato sulla faccia i primi giorni in casa con un caschetto VR. Già soltanto per questo motivo, Pistol Whip 2089 è un prodotto assolutamente da recuperare, sia per i neofiti, che per chi di realtà virtuale – sulla sua pelle – ne ha vissuta parecchia.

Attenzione però, se vi affacciate per la prima volta a Pistol Whip non incominciate assolutamente dalla campagna. Sebbene in molti titoli analoghi questa modalità serva ad introdurre i giocatori al gameplay, per poi buttarli soltanto dopo nella mischia dell’arcade score-based, nell’opera Cloudhead succede esattamente l’opposto. La campagna di 2089 è difficile; ma non difficile nel senso che in qualche modo riuscirete a farcela, difficile nel senso che se non siete già molto esperti con il titolo vanilla, non riuscirete a superare nemmeno i primi trenta secondi del primo livello. Questo è merito di un lavoro sulla coreografia dei singoli brani stratosferico, che supera in toto tutti gli altri contenuti già presenti nel gioco, aumentandone però conseguentemente la difficoltà. Per riuscire a farvi sentire come il gioco vuole farvi sentire, c’è bisogno di una mano veloce, un’agilità che non è da tutti, e tanta voglia di scivolare in giro per la stanza ruotando fino a star male.

Questo ci porta immediatamente ad un’osservazione: la vera esperienza di Phistol Whip, e specialmente di questo DLC, è possibile trovarla soltanto su Oculus Quest, o su un visore PC dotato di supporto wireless. Stendendo un velo pietoso sui poveri utenti PSVR che cercheranno di far funzionare i maledetti Playstation move con un gioco che non si adatta chiaramente all’hardware su cui sta girando, l’esperienza PCVR con cavo risulta assolutamente castrata rispetto alla concorrenza standalone. Ruotare a trecentosessanta gradi senza preoccupazione alcuna è un’esperienza unica e preziosa, che non si può replicare in nessun modo su un visore che presenta un collegamento alla macchina madre, rendendo di fatto la versione Quest in assoluto la più consigliata.

Passando alla tracklist, i nuovi pezzi sono soltanto cinque, ma valgono quanto una tracklist da venti pezzi di un titolo tradizionale. Pistol Whip ha sempre presentato produzioni musicali decisamente sopra alla media del mercato dei rythm game in generale, ma questa volta gli artisti si sono superati. Non che le vibes anni ottanta diano qualcosa in più, anzi; quella di continuare a riproporre sonorità vecchie di quarant’anni è una pratica che ha ormai detto tutto quello che aveva da dire, ma in questo caso funziona ancora, ed è quasi un miracolo. I brani di 2089 sono furiosi ed avvolgenti, nuovi e riconoscibili, e sinceramente non potevo aspettarmi di meglio da un prodotto del genere.

Un’ultima chicca. Come specificato prima non posso e non voglio svelarvi le aggiunte fatte in questo nuovo capitolo, ma una cosa ve la devo dire, anche perché è l’unica dichiarata fin dal trailer. Ad un certo punto della campagna prenderete possesso di una pistola intelligente, che cambierà in modo sostanziale il modello di shooting a cui siamo abituati. Questa nuova bocca da fuoco infatti sparerà più di un colpo a seconda della direzione verso cui vi state muovendo, ed a seconda degli NPC presenti nell’area. Se ad esempio avremo di fronte a noi soltanto un nemico, l’arma si comporterà esattamente come quella che abbiamo conosciuto con il prodotto vanilla, mentre se ci saranno cinque nemici e cambierete la traiettoria dopo il colpo, l’arma sparerà cinque colpi per eliminare tutta la fila. Inutile dire che questo semplice elemento rende esponenzialmente più adrenalinici tutti gli scontri, che si faranno quindi ancora più complicati ed impressionanti nella gestione di spawn ed attacchi avversari.

Pistol Whip era già un mezzo capolavoro, che diventa ora letteralmente imperdibile per tutti i possessori di un Oculus Quest. 2089 è un DLC breve, ma che aggiunge una profondità di gameplay quasi impensabile rispetto alla mole di contenuti già sul mercato, e dimostra come in Cloudhead Games non ne vogliano sapere di abbandonare il prodotto. L’ultima espansione di Pistol Whip è segnalata come la “prima” di diverse campagne che arriveranno durante il corso dell’anno prossimo, che andranno ad accumularsi quindi insieme agli altri contenuti – a detta loro game changer – previsti per i prossimi mesi. Se Beat Saber è il primo imperdibile del genere sui caschetti VR, Pistol Whip lo segue decisamente a ruota, risultando addirittura anche più adatto a chi, insieme al ritmo, cerca anche un po’ d’azione.

Pistol Whip 2089 è disponibile dal 30 Novembre 2020 su Oculus Store, Steam e Playstation Store, compatibile con Oculus Quest, Oculus Rift, HTC Vive, Valve Index e Playstation VR.

 




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