DunFire | la recensione | Quest 2

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Dunfire è un gioco sviluppato da EternalCry Studio, in uscita su AppLab il 25 Maggio per Meta Quest 2 e Quest Pro. Il design è semplcie: attraversare un lungo corridoio pieno di nemici da eliminare, che da vita a un mix poco riuscito tra Superhot e Pistol Whip. Preparatevi a immergervi in un girone infernale dantesco, perché come si suol dire: “Quello che conta è il viaggio, non l’arrivo”.

Dunfire non è un gioco perfetto sotto la maggior parte degli aspetto, ma – in fondo – neanche del tutto da buttare. Prima di discutere degli aspetti negativi vorrei infatti elogiare brevemente l’idea che gli sviluppatori hanno avuto nel suo concept. Come ho accennato nell’introduzione, Dunfire si ispira ai titoli sopracitati. Prende il gameplay di Pistol Whip, come la camminata automatica e la necessità di schivare proiettili e sconfiggere i nemici che ci si pareranno davanti, e la meccanica della gestione del tempo di Superhot. La differenza è che in Dunfire, il mondo di gioco si velocizzerà ogni volta che eliminiamo un nemico.

Tuttavia, sebbene l’idea di base sia interessante, la realizzazione lascia alquanto a desiderare, dando costantemente l’impressione di star giocando a un prodotto non finito, ma a un’alpha a pagamento.

Una volta avviato il gioco, non c’è alcun tipo di menu, si viene inseriti direttamente in una stanza che funge da hub centrale, dove è possibile scegliere i vari livelli. Il tutorial di gioco è completamente nascosto, tanto che l’ho scoperto soltanto dopo i titoli di coda. Ma la cosa più grave è il design dei livelli. Spesso risultano vuoti e incompleti, con il nostro personaggio che si aggirerà in solitudine dopo aver sconfitto tutti i nemici disponibili, attraversando l’intera mappa all’infinito.

Anche dal punto di vista del gameplay, il gioco presenta diverse lacune. DunFire è stato sicuramente pensato per essere giocato utilizzando il rilevamento delle mani, e anche se quest’ultimo risulta impreciso e poco divertente, sembra comunque essere il modo migliore per giocare a Dunfire. Se si utilizzano i controller, infatti, si diventa come delle divinità scese sulla terra, capaci di lanciare contemporaneamente tutti e tre i tipi di incantesimi a nostra disposizione: una bomba di fuoco, una sorta di mitraglietta di ghiaccio e un attacco ad area in grado di eliminare più nemici contemporaneamente. Inoltre, non c’è un tempo di recupero per le armi, per cui potremo eliminare orde di nemici senza subire alcun danno.

Dal punto di vista grafico, il gioco presenta un’ambientazione low poly con alti e bassi. Alcuni livelli sono piuttosto dettagliati, mentre altri risultano inspiegabilmente vuoti e privi di gusto.

In conclusione, Dunfire è un gioco che parte da una buona idea, ma non riesce a portarla a termine. Si tratta di un’alpha a pagamento che non riesce né a divertire né a intrattenere, a causa di un design troppo minimale e scarno, e di una costruzione dei livelli ai limiti dell’accettabile. Inoltre, il gioco si esaurisce in soli trenta minuti, a causa di una progressione fin troppo permissiva. È sufficiente aprire un livello e morire poco dopo per sbloccare quello successivo. Inoltre, l’assenza di un menu che permetta di ricominciare un livello o tornare all’hub centrale obbliga il giocatore a dover uscire e rientrare nel gioco. Praticamente un mezzo disastro. 

DunFire è disponibile dal 25 maggio su Quest 2, attraverso Oculus App Lab.

 




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