Exoprimal | la recensione | PS5, PC, XBOX

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Giocato su PlayStation 5

Avere qualcosa di nuovo da dire, nell’ambito del multiplayer online, è oramai (quasi) una missione impossibile. Dagli Hero Shooter ai Moba, dai Battle Royale fino ad arrivare ai competitivi di carte, il genere si è ultimamente adagiato un po’ sugli allori, riproponendo costantemente formule ormai consolidate, che faticano a reinventarsi rispetto ai suoi pilastri del genere. Capcom prova invece a proporre qualcosa di inedito con Exoprimal, un multiplayer PVPVE che ci mette a confronto con orde di dinosauri, in un contesto in cui un’IA malvagia ci impone di raccogliere dati di guerra a ogni partita, fino alla fine dei nostri giorni.

Disponibile da qualche giorno sul Game Pass PC e XBOX, ma giocato – in questa occasione – su PlayStation 5, Exoprimal è sostanzialmente un competitivo a squadre che parte da Overwatch e si sviluppa verso Left 4 Dead, fino ad esplorare orizzonti miracolosamente inediti. A partire da una delle dieci exosuit che prestano il nome al titolo, divise tra tank, attacco e supporto, dovremo scontrarci in match ferocissimi in squadre da cinque giocatori l’uno, mettendo la cooperazione ai danni dell’IA sopra a tutto il resto. Il fine è quello di completare nel minor tempo possibile una manciata di obiettivi, che vanno dall’eliminazione di un determinato numero di dinosauri, fino alla cattura di tre avamposti, alla difesa di un cubo da trasportare da una parte all’altra della mappa e allo scontro con dei giganteschi boss di fine match.

L’idea è infatti quella di scontrarci contro a centinaia e migliaia di dinosauri in PVE insieme alla nostra squadra, cercando di eliminarli prima che lo facciano i nostri competitor in parallelo, per poi scontrarci contro i nostri avversari umani, o eliminare il boss di fine match prima degli altri cinque. È un concept bizzarro, che prova finalmente a fare qualcosa di diverso dal solito, ereditando un po’ quello spirito anarchico e anti-commerciale che credevamo perso con l’epoca PlayStation 2. Si tratta, in parole povere, di una gara di resistenza in cui l’ottimizzazione della squadra gioca il ruolo più importante, ancora più che le nostre skill individuali, come succede invece in buona parte dei multiplayer online competitivi.

Cosa ancora più bizzarra, inoltre, è la presenza di una vera e propria campagna. Attenzione, non stiamo parlando di una campagna a singolo giocatore che fa il verso all’avventura più tradizionale, né di una piccola serie di cutscene alla Left 4 Dead, ma di un racconto che si sviluppa tra un match e l’altro della nostra progressione multiplayer, con sporadiche missioni story based da affrontare in compagnia. È un sistema strano, ma che riesce con grazia a catturare l’attenzione di chi non si accontenta semplicemente di migliorare le proprie performance online, partita dopo partita. Difficile dire se un sistema come questo possa piacere ai giocatori più navigati sul lungo periodo, ma è innegabile come in quel di Capcom si siano sforzati di proporre un sistema di progressione che faccia l’occhiolino sia ai fanatici del multiplayer, che agli amanti delle esperienze più tradizionali. Inutile dire che la narrativa che muove le fila del racconto non è una storia di grande spessore, e che ricalca più o meno consapevolmente i topoi dell’action di serie B all’americana, ma l’esperimento – rispetto alla mia sensibilità – può dirsi riuscito.

Le missioni legate alla campagna, oltretutto, sono quelle più interessanti, avvincenti, e capaci di restituire un trasporto che in un videogioco online a squadre non provavo da Halo Infinite, restituendo una varietà un po’ a sprazzi che, tolta la campagna, non brilla certo per grandi colpi di scena.

Le modalità di gioco, così come le mappe e i nemici, saranno più o meno sempre quelli dall’inizio alla fine del gioco. Aumentando il proprio livello giocatore andranno ad aggiungersi una manciata di antagonisti e di mappe, ma il succo del gameplay rimarrà sempre quello, e se non vi prende durante le prime ore è davvero difficile che riesca a catturarvi sul lungo periodo. Non fraintendetemi, sparare a centinaia di velociraptor che corrono all’impazzata per tutta la mappa è divertente, più di quanto mi aspettassi, soprattutto se supportati da un team che sa quello che sta facendo, ma è inutile negare che una manciata di modalità in più – già dal lancio – avrebbero aiutato a rimanere più a lungo su un prodotto che ha ancora tanto da dimostrare.

È già annunciata per fine luglio, infatti, una nuova modalità, che potrebbe portare già nell’immediato una ventata di aria fresca a un titolo che parte da delle ottime basi, ma che ha ancora bisogno di rodare le proprie potenzialità nel tempo, attraverso un bilanciamento più raffinato e una libertà maggiore nell’affrontare queste, e più modalità.

Aiuta sicuramente un livello di personalizzazione più che dignitoso, che ci permette di organizzare le nostre build in maniera estremamente specifica, lavorando su un buon numero di skill passive, e su una personalizzazione estetica più che buona.

Da questo punto di vista, ottimo il lavoro sull’estetica generale, sulla stabilità e sulla pulizia grafica. Se in un primo momento l’art direction un po’ casinista e cafona di Exoprimal mi aveva allontanato, a ogni nuova partita iniziavo a innamorarmi sempre di più dello spirito attraverso il quale il prodotto di Capcom si presenta oggi, nel 2023, ai giocatori e alle giocatrici di tutto il mondo. È un’estetica così specifica che o la si ama o la si odia, ma che riesce senza dubbio a catturare l’attenzione di chi si lascia ancora affascinare – così, in modo un po’ fanciullesco – dal connubio dinosauri-robottoni. Nonostante lo schermo si riempirà in un baleno di velociraptor, tirannosauri, esplosioni e volatili mutaforma, Exoprimal – almeno su PS5 – riesce a mantenere i 60fps granitici senza mai rinunciare a una pulizia grafica eccellente. Sembra una cosa da poco, per un multiplayer che esce nel 2023, ma le recenti release legate al game pass non ci fanno più dare niente per scontato su un fronte su cui però, almeno Capcom, ci continua a regalare soddisfazioni.

Decisamente strano, invece, il fatto che Exoprimal esca al lancio come prodotto AAA da sessanta euro. Non che non li valga, ma in un mercato multiplayer che sta ritrovando la propria forza nel free to play la scelta di Capcom è davvero assurda. È vero che esce al day one sul game pass, e che quindi è – in un certo senso – un prodotto “gratuito”, ma chi non bazzica il mondo Xbox o PC potrebbe farsi fermare dal costo di un titolo che a livello di contenuti offre addirittura meno varietà di alcuni dei suoi competitor senza biglietto d’ingresso. Fortunatamente, però, questo ha permesso a Capcom di evitare soluzioni predatorie nel suo shop in game, che si ferma – per ora – a delle skin dal costo anche abbastanza irrisorio.

Exoprimal è un multiplayer competitivo-cooperativo che non mi aspettavo. Parte da una premessa folle, ma riesce a esplorarla con grande originalità, proponendoci un prodotto unico e prezioso, che sembra uscito da un epoca in cui i videogiochi non erano soltanto mercato, ma anche sperimentazione, creatività, anarchia. Il titolo di Capcom è uno di quelli che potrebbero passare inosservati, e potrebbe addirittura non piacere per niente a chi cerca un tipo di prodotto più tradizionalista, ma Exoprimal è anche un’opera coraggiosa, che può far innamorare chi è stanco del solito competitivo visto e rivisto, almeno per un po’. Non è perfetto, la formula va raffinata e gli manca ancora qualcosa per acquisire la sua dignità ultima, ma spero sinceramente che il pubblico riesca a supportarlo nel tempo, portandolo a diventare un nuovo punto di riferimento nel mercato dei multiplayer dello stesso genere.

Exoprimal è disponibile dal 14 luglio 2023 al prezzo di 59,99€ su PlayStation, Xbox e PC, e disponibile dal Day 1 su Game Pass.

 




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