Cities VR | la recensione | Meta Quest 2

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Giocato su Meta Quest 2

Cities Skylines è stato quel titolo che è riuscito, oramai nel lontano 2015, a far risorgere il city builder. Il genere – esploso con Sim City trentatré anni fa – stava infatti vivendo una fase di stallo dovuta anche ai seguiti del sopracitato, che non si stavano sviluppando come la community avrebbe voluto, lasciando spazio a videogiochi di stampo più moderno e legati maggiormente al mondo console. Il titolo di Karoliina Korppoo ha invece fatto tornare in auge la voglia di costruire una città enorme e funzionante, andando a gestire tutti i micro e macro meccanismi che la andavano a comporre. Arriva oggi, in esclusiva su Meta Quest 2, Cities VR, ovvero lo spin-off in realtà virtuale di questo grande videogioco, riadattato per l’occasione in una versione leggermente più contenuta. Scopriamolo insieme nella nostra recensione!

Per chi non conoscesse il genere, Cities Skylines ci buttava all’interno di una mappa vuota, e ci imponeva di dar vita a una città fin dalle sue fondamenta, andando a costruire strade, zone, negozi, servizi e così via. Ma non solo, come vuole il genere – e forse di più – avevamo anche la necessità di costruire una rete idrica ed elettrica, dovevamo gestire il budget della città, e dovevamo mantenere la felicità dei nostri abitanti a un livello utile a far crescere la popolazione globale. Sembra complicato? Lo è, e anche parecchio. È anche vero che Cities Skylines ci dava la possibilità di giocare per decine e decine di ore senza mai stancarci, sposando sia il videogioco di stampo più hardcore, che quello indirizzato all’indole più creativa. Il mio grosso problema, quando era stata annunciata la versione VR di questa pietra miliare, era però il seguente: in realtà virtuale, un gioco del genere ha senso?

Non intendo il city builder in generale, attenzione, intendo proprio una tipologia di videogioco estremamente complessa, stratificata, estesa. Abbiamo visto negli ultimi anni come chi ha provato a riadattare giochi molto complessi da flat a VR non abbia poi raggiunto esattamente i risultati sperati. Da Myst, fino ad arrivare al recente Green Hell VR, le riedizioni in realtà virtuale di giochi tradizionali molto complicati hanno sofferto proprio del medium sotto il quale sono stati realizzati, facendone perdere l’immediatezza, e restituendo un’esperienza fondamentalmente poco divertente. Non mi stancherò mai di dirlo: in VR abbiamo bisogno di giochi semplici, immediati, che nascono e crescono da questo linguaggio.

Eppure, quasi per miracolo, Cities VR funziona. Come nel caso del sopracitato titolo survival di qualche settimana fa, i genietti di Fast Travel Games non si sono limitati a convertire, ma hanno riadattato da zero il gameplay per la sua versione in realtà virtuale. Questo vuol dire che tutte le possibilità date nella controparte tradizionale di Cities Skylines sono state riviste e corrette per una fruizione il più possibile accessibile con un headset sulla testa, senza – tuttavia – andare a perdere profondità.
Cities VR suona infatti esattamente come Cities Skyline, sia nella struttura che nel suo gameplay, ma – semplicemente – non ci si accorge di cosa è andato (giustamente) a perdersi nella transizione.

A partire da una delle nove mappe disponibili, il gioco vi lascerà totale carta bianca. “Questa è la strada che collega il mondo alla tua città: pedala!”. Lo spazio completamente vergine che ci ritroveremo sotto agli occhi una volta iniziata una partita fa quasi paura; intimorisce soltanto al primo sguardo. È un po’ come la pagina vuota di un documento che dobbiamo riempire di parole e inchiostro, fino a farlo diventare un tomo che – al momento – non sappiamo ancora di cosa tratterà. È una sensazione strana, eppure esaltante, che va via via a renderci partecipi del suo gameplay, mano a mano che riempiremo quell’enorme spazio naturale. Dopo aver creato qualche strada tocca alle zone: cosa conviene fare? Riempire la nostra prima sezione di piccole villette a schiera, oppure iniziare a dividere lo spazio tra case, fabbriche e centri commerciali? Certo, una fabbrica a fianco a una casa non farà felici i proprietari, ma ci permetterebbe di iniziare a incassare qualche soldo, che potrebbe servirci a riempire la città più facilmente. Vada come vada, bisogna pensare ai servizi. La rete elettrica è fondamentale, così come quella idrica, e ci richiederà di calcolare millimetricamente la morfologia della zona per non danneggiare i nostri beni primari, e – soprattutto – non far scappare i nostri cittadini. In fondo, l’obiettivo finale è far crescere a dismisura la nostra città, così da sbloccare – livello dopo livello – nuovi edifici e nuove possibilità socio-economiche.

Queste ultime sono forse la parte più complicata di Cities VR. Ogni giorno darà i frutti delle spese e dei guadagni dei nostri cittadini nei confronti dello stato, ragion per cui, se qualcosa non va come dovrebbe, dovremo iniziare a metter mano alle statistiche. Percentuali sull’utilizzo delle risorse, prestiti, mutui e così via: Cities VR ne ha davvero per tutti nella gestione dei propri risparmi, tanto che passerete forse più tempo a risolvere i problemi economici, rispetto a quello che passerete a costruire a destra e a manca per le vie della vostra città.

Poco male, se non amate giocare con il fiato sul collo di un budget che sembra non rientrare mai, il titolo di Fast Travel Games vi dà la possibilità di iniziare le vostre partite anche con i fondi illimitati, o con tutte le risorse già sbloccate in partenza. Queste ultime due modalità sono perfette per sperimentare con le possibilità offerte dal gioco, che andrà a dimostrarvi di petto tutte le sue meravigliose complessità, e a farvi capire – città dopo città – come costruire al meglio il vostro impero.

La complessità è quindi qui – al contrario di molti altri giochi dalla storia analoga – un grande pregio; un po’ grazie a una gestione delle risorse originali davvero eccellente, un po’ grazie alla possibilità di fermare il mondo di gioco, ragionando con molta più calma sui prossimi passi da seguire, quasi stessimo giocando a un GDR a turni. È difficile spiegare perché la complessità di Cities Skylines sia stata traslata così bene, in confronto al disastro di Green Hell VR, ma basta giocare davvero una decina di minuti, per rendersi conto che è tutto così chiaro che quasi un tutorial non serve, poiché è lo stesso gameplay che vi spinge a utilizzare la soluzione migliore in base alle vostre esigenze.

Ahimè, come molti giochi simili, Cities VR ha una grande mancanza: la campagna. È vero che l’obiettivo di ogni mappa è quello di far crescere al massimo la popolazione, sbloccando l’ultimo livello di risorse, e dandovi così una sorta di scopo a ogni partita; ma è anche vero che chi cerca una progressione più tradizionale, quadrata o imposta, si ritroverà davanti quello che è fondamentalmente un sandbox in cui proseguire in maniera molto più liscia rispetto a un videogioco di stampo classico.

Difficile, invece, premiare al cento per cento l’impatto tecnico. Cities VR esce in esclusiva su Quest 2, e questo vuol dire che – teoricamente – dovrebbe sfruttare al cento per cento le possibilità dell’ultimo standalone di casa Meta. Questo è probabilmente vero, poiché l’estensione del mondo di gioco, la quantità di elementi in movimento e le meccaniche che vanno direttamente a influenzare la nostra città, pesano fortemente sulle performance della macchina da gioco. D’altronde anche su PC i city builder sono storicamente giochi difficili da digerire, anche sulle macchine più performanti. Eppure, il colpo d’occhio rimane molto povero. Modelli poligonali miseri, pop-up evidenti, ombre appena accennate e uno skybox davvero mediocre sono solo alcuni dei difetti visivi dell’opera di Fast Travel Games. Sarebbe bastato, andando in controtendenza con il franchise stesso, proporre un impatto grafico più stilizzato, come hanno fatto molti altri sullo stesso store, e andando quindi a rendere più nitido e brillante l’intero colpo d’occhio. E invece no, nel tentativo di mantenere lo stesso stile che ha contraddistinto la serie, Cities VR pecca un po’ in alcuni elementi grafici che pensavamo superati anche per lo standalone, lasciandoci un po’ l’amaro in bocca per quello che sarebbe potuto essere su PC, o con uno stile ripensato totalmente da zero. Non che sia inguardabile, che sia chiaro, ma è proprio il confronto con il resto del gioco che non regge il confronto.

L’impatto tecnico non è poi l’unico difetto del gioco. Il problema più grosso di Cities Skyline, poiché legato direttamente al gameplay, è invece la gestione delle costruzioni. Concettualmente funziona tutto a meraviglia, il problema è il thumbstick del touch controller con cui selezioneremo i vari elementi in-game. Quest’ultimo infatti, andrà spesso per i fatti suoi, facendoci sbagliare una volta su due l’elemento da selezionare, e irritandoci con una magagna che era facilmente evitabile utilizzando un terzo bottone per la selezione. Sarebbe stato sicuramente più macchinoso, ma anche meno frustrante sulla lunga distanza.

Splendida infine la colonna sonora, che riprende i brani e le vibes tipiche della saga, mentre rimarrà deluso chi si aspettava i sottitoli in italiano, che vedono qui soltanto quelli inglesi a farci compagnia nelle lunghe spiegazioni nascoste tra i menù.

Cities VR è il city builder più completo, ricco e appassionante che abbiamo a oggi in realtà virtuale. Chi ha amato i capitoli principali su schermi tradizionali non potrà che amare anche questa versione VR, che vede l’adattamento quasi perfetto di una buona parte delle meccaniche che hanno contraddistinto la serie. Peccato per un comparto tecnico non proprio eccellente, che potrà d’altronde migliorare nel tempo, e che potrebbe vedere, su una nuova ed eventuale iterazione del Quest, un miglioramento significativo. Attenzione però, se cercate un gioco semplice e meno impegnativo aspettate l’arrivo di Little Cities, che potrebbe riservare ai giocatori meno hardcore qualche soddisfazione in più.

Cities VR è disponibile dal 28 aprile del 2022 al prezzo di 29,99€ su Meta Quest 2.

 

 




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