Walkabout Mini Golf | la recensione | Quest, PCVR

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Giocato con Meta Quest 2

Walkabout Mini Golf rappresenta uno di quei prodotti che parte da un piccolissimo team, con un’idea semplice e minimale, per poi crescere, mese dopo mese, con il supporto della community dietro la richiesta di un prezzo budget.

Ammetto che non è il modello di sviluppo che amiamo maggiormente, in quanto è sempre preferibile avere un prodotto già finito tra le mani – sia prima di giocarlo che di parlarne ma – a quasi due anni dalla sua prima apparizione, ci sentiamo pronti per esprimere un giudizio.

Walkabout Mini Golf: non ha bisogno di nessun tipo di presentazione o introduzione, è un gioco di minigolf. Forse la prima volta che avete appurato dell’esistenza di questo passatempo (per chi è nato prima degli anni 90) è stato tramite i film e le serie TV americane, che ci raccontavano di questi mini parco giochi per famiglie californiane o dell’America bene che poi si rivelavano posti mezzi marci, soprattutto quelli alla portata di tutte le tasche.

In Italia non sono mai stati davvero popolari come il bowling o il biliardo a stecche. Forse perché il minigolf richiede tempi più lunghi per essere fruito o perché le strutture non sono mai state così diffuse sul territorio.

Detto questo, non penso che nessuno si sarebbe mai rifiutato di poter visitare un’isola tropicale circondata da acque cristalline, sabbia dorata disseminata di buche, palle di cannone e gradinate che permettono di godersi l’incredibile paesaggio. Le regole sono ben note a tutti: fare buca con il minor numero possibile di colpi. Attraverso 9 o 18 buche visiteremo diverse ambientazioni. Inizialmente le aree visitabili erano 5 che, moltiplicate per 18 buche cadauna, fornivano un totale di 90 buche. Ogni tracciato inoltre aveva la sua versione hard che ne modifica la conformazione, arrivando a raddoppiarne la longevità.

Nella versione acquistabile al momento sono presenti 9 ambientazioni uniche e lascio a voi fare i conti matematici su quante buche totali troverete.

La grafica low-poly e colorata potrebbe far pensare a un prodotto cheap, ma il gioco si rivela tutto il contrario. Il feedback dei colpi, l’inerzia della pallina e la resistenza alla gravità, seppur non alla ricerca della simulazione più smodata, risulta sfidante e divertente. Ci vorrà davvero poco perché ne rimaniate rapiti.

Il gioco non inventa niente, non c’è una storia, non c’è una campagna o delle sfide che non siano quelle di migliorare i propri record, sfidare giocatori random online o gli amici nella propria lista. Per non parlare del design delle buche e degli ambienti, inoltre i giocatori non vi faranno mai attendere più di 10 secondi per la ricerca di un avversario, il che rende il gioco magnetico. Se non bastasse, con la “sfida veloce 1vs1” potrete creare delle stanze multigiocatore dove invitare i vostri amici fino ad un massimo di 5, voi compresi.

Nel gioco sono presenti alcune meccaniche legate ai collezionabili. Ogni buca ha una pallina di vari colori da trovare, tra i cespugli, dietro gli oggetti di decoro. Una volta scoperte, potranno essere utilizzate in gioco. Ma non è finita qui! Una volta terminato un percorso di 18 buche con punteggio sotto il par (sotto un numero prefissato di colpi), verrà sbloccata la versione hard del tracciato, che ne mantiene l’ambientazione ma cambia gli ostacoli sul percorso, con piattaforme movibili, punti cechi ecc. Inoltre, saranno disseminati sul percorso diversi indizi e puzzle da risolvere per poter collezionare delle mazze speciali, utilizzabili una volta sbloccate.

Non di minore importanza è l’idea di consultare il tabellone in versione gigante di sé stessi! In versione XXL sarà vedere lo score ed apprezzare il panorama in miniatura, gli avversari diventano piccolissimi ma continuano a giocare non curandosi di voi. Per i visori con le più alte risoluzioni (da Quest 2 in su) non sarà difficile seguire il percorso della microscopica pallina vista da così lontano.

Ritornando alla pura essenza di questo gioco, un concetto così semplice si sposa con la realtà virtuale come poche altre cose. Ambientazioni così emozionanti e ben costruite spiegano come la VR traduca e trasformi un passatempo reale non attraverso un joypad, ma con movenze, meccaniche e dinamiche simili al mondo che viviamo, elevandolo all’ennesima potenza. Non ci capiterà mai nella vita di raggiungere una collina nei Paesi Bassi, circondati da mulini e girasoli, per giocare a minigolf con il nostro gruppetto di amici.

È anche se è vero che questo è un discorso che vale per tutti i giochi VR, mi sento di dire che in questo caso specifico c’è una differenza importante da tenere in considerazione: l’esperienza è davvero una copia carbone della realtà, se non meglio.

Dopo aver giocato con Hido (persona squisita che fa parte della nostra community) ci siamo guardati in faccia attraverso i nostri avatar e, tramite il movimento della testa ed il gongolare del braccio destro, avevamo capito di aver fatto un’esperienza del tutto reale e condiviso dei momenti veri. Questo non accade in uno sparatutto o in un gioco di fantascienza, come After the fall, perché sei consapevole che è un gioco e non c’è una vera controparte con cui respingere un’ondata di zombie, con annesso boss mega figo.

La semplicità e l’accessibilità di questo tipo di esperienze, fa capire quali saranno i mattoni che andranno a costruire il metaverso di domani. Non è la prima volta che esprimiamo un parere del genere su questo canale. Il minigolf, come può essere il giocare a freccette o biliardo a stecche, vale tanto quanto l’esperienza che provi in quell’istante, quanto riesce ad ingurgitarti al suo interno. E passeggiare dentro la home delle applicazioni e del metaverso e trovare delle esperienze così ben fatte farà la differenza tra essere un progetto vincente o non vincente (come fu second life).

Passeggiare tra i negozi che vendono magliette e oggetti NFT, fermarsi davanti ad un tavolo da pingpong ed esperire di Eleven Table tennis Metaversion (eccellenza indiscussa del pingpong), oppure pasticciare i muri della metro in quello che è in tutto e per tutto Kingspray fino alla periferia con i bellissimi campi da minigolf che risalgono la collina, non ha prezzo.

Adoro immaginare Walkabout mini golf come parte di qualcosa di più grande, più grande e definitivo dove questo gioco ne è parte. Per dare una chiusa a questa recensione, come avrete ormai capito, posso dirvi che c’è un amore incondizionato da parte del sottoscritto che mi ricorda perché adoro la VR e perché non sono più disposto a rinunciarci. A volte non si dovrebbe nemmeno parlare di videogame ma di gioco inteso come andare a fare una partita a tennis in un campo vero, con un amico; perché la differenza tra quello che accade dentro e fuori il visore è delineata da una linea davvero sottile.

Dimenticate il concetto di videogiocatore e di videogioco, WAMG come altre eccellenze citate prima, rompe le barriere di accessibilità al divertimento e si prende il primo kilobyte del metaverso che vorremmo.

Walkabout Mini Golf è disponibile dal 24 settembre 2020 su Oculus al prezzo di 14,99€ e su Steam al prezzo di 12,49€.

 




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