Sprint Vector: recensione e video recensione

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Sia lodata mamma Sony, ogni tanto è il caso di dirlo. Se non fosse per il colosso di Tokyo, oggi la realtà virtuale sarebbe plausibilmente in uno stato disastroso, relegata di forza a una nicchia di una nicchia difficile da proporre al grande pubblico. Grazie a Playstation VR però, Sony è riuscita ad avvicinare pian piano anche i casual gamer, dando di conseguenza alle SH la possibilità di investire nei loro prodotti per realtà virtuale senza far finire il tutto in tragedia. Non è un caso che tutto ciò che arriva su PSVR sia mediamente molto più pulito e rifinito di gran parte del parco giochi Vive e Rift, estremamente più ampio ma la cui qualità tende a malincuore verso il nulla cosmico.

I ragazzi californiani di Survios, reduci dal successo di Raw Data, puntano quindi su una produzione massiccia e (siano lodati) multipiattaforma, spinta particolarmente da Sony e che regala finalmente belle soddisfazioni anche ai possessori di HTC Vive ed Oculus Rift.

Sprint Vector è un titolo di corsa, ma non è il solito racing game. Nel medium videoludico siamo abituati alle corse a bordo dei mezzi più variegati, ma la corsa sulle proprie gambe è un qualcosa che non vediamo tutti i giorni (se non nello splendido Speedrunners). Probabilmente questo è dato dalla distanza tra pad e schermo, che fa optare gli sviluppatori per mezzi più stimolanti, ma grazie alla realtà virtuale anche la corsa a piedi (o quasi) viene finalmente sdoganata. Nel titolo di Survios, infatti, ci troveremo a correre come pazzi in sfide a più giocatori, accompagnati da una variante futuristica dei pattini a rotelle che sfrecceranno a velocità straordinarie, facendoci sentire nel corpo di un Usain Bolt 2.0.

Il sistema di locomotion di Sprint Vector è uno dei più riusciti in circolazione; per procedere dovremo simulare con le braccia una vera e propria corsa, premendo una combinazione semplice ed intuitiva di pulsanti che ci permetteranno di eseguire trick e movimenti impossibile da replicare fisicamente. Il solo sistema di locomotion rende il titolo una delle esperienze in VR più soddisfacenti disponibili sul mercato, che a fronte di un possibile rischio di motion sickness, regala comunque una libertà di movimento finalmente credibile ed immediata.

La struttura del gioco, così come le ambizioni e parte del gameplay, è vicina allo spirito della saga di Mario Kart, con cui Sprint Vector condivide alcuni tra gli elementi più interessanti. Dopo una breve introduzione che inquadra la pretestuosa cornice narrativa veniamo catapultati in una piccola arena da allenamento in cui, tramite un tablet, potremo decidere dove e come procedere. Avremo quindi i classici tutorial, necessari a conoscere le numerose possibilità che il titolo ci offre, la modalità single player e la modalità multiplayer; queste ultime composte dallo stesso numero di mappe.

Quello che faremo una volta iniziata la partita sarà quindi correre, muovendo le braccia per procedere e il corpo per evitare i numerosi ostacoli presenti sul tracciato. Come nel racing game più famoso di Nintendo, sarà inoltre possibile trovare power up vari da utilizzare durante la corsa, utili per superare qualche posizione, ma meno di quanto ci ha abituato l’idraulico più famoso dei videogames. Il bilanciamento è comunque ottimo, sia in single player che in multiplayer, restituendo un vero senso di sfida che non diventa mai proibitivo o squilibrato, rafforzando l’elemento adrenalinico proprio di ogni partita.

A livello fisico Sprint Vector fa lavorare, forse ad oggi più di altri titoli pensati esclusivamente per il fitness come BOXVR o Soundboxing. Questo si rivela come un pregio o un difetto a seconda delle preferenze, ma arricchisce senza dubbio l’offerta ludica di un elemento ad oggi centrale nel contesto della realtà virtuale.

Sul fronte tecnico il secondo titolo di Survios si comporta egregiamente, con un’estetica ispirata, un impianto grafico più che rispettabile e un’invidiabile stabilità generale. Il tutto è tenuto in piedi da un level design notevole, che solo in rari casi soffre di una complessità eccessiva, che spinge a dover conoscere necessariamente a fondo alcuni livelli per poterli completare senza cadere vittima di trappole e burroni. Anche l’audio lavora a dovere, con motivetti divertenti, in linea con l’estetica generale del titolo ed un buon lavoro sulle voci che caratterizzano i personaggi.

Tutto quello che offre Sprint Vector è questo: una serie di mappe a difficoltà crescente da percorrere di corsa in compagnia di una manica di sconosciuti o qualche amico, ma la soddisfazione di vincere una gara vale da sola il prezzo del biglietto. Ottenere una vittoria grazie alla propria prestanza fisica, fatta di movimenti, riflessi e gestione dei power up è un’esperienza unica che non può non divertire gli amanti del gaming competitivo e della velocità propria dell’arcade; Sprint Vector ce la fa, e nel suo genere sarà difficile scardinarlo dal podio sulla breve distanza.

Sprint Vector è disponibile dall’8 Febbraio 2018 su Steam e Oculus store, dal 13 Febbraio è disponibile anche su Playstation Store.


Fluid Locomotion

di Raffaele Cadeddu

Vediamo nel dettaglio l’elemento portante di Sprint Vector, ovvero il suo sistema di movimento denominato “Fluid Locomotion” che raccoglie una serie di soluzioni già adottate in altri contesti unita ad idee originali. Non è semplice da descrivere perché dotato di una intrinseca complessità: ci sono infatti diversi tutorial divisi per grado di apprendimento che trattano i vari movimenti possibili.

Cominciamo da più ovvio; essendo voi dotati di una sorta di pattini in linea, per poter avanzare dovrete eseguire ampie oscillazioni delle braccia aggiungendo anche un uso sincronizzato dei rispettivi grilletti. Rispetto al tipico arm swinger visto in tanti altri giochi, qui ci si muove il triplo e l’accorgimento di obbligare il giocatore ad usare il tasto trigger a tempo è finalizzato a distrarre la mente con operazioni complesse, espediente che aiuta sul fronte del comfort che risulta in effetti molto alto. Considerata l’esagerata quantità di movimento in Sprint Vector il livello di fastidio è sempre contenuto, Survios ha fatto un vero miracolo ed è probabile che questa soluzione farà scuola.

A parte muoverci con la massima velocità possibile, proporzionata al movimento delle braccia e alla sincronizzazione degli indici, potrete e dovrete saltare usando i pollici ed anche in questo caso un ampio slancio di braccia. Una volta in volo, potrete protendere le mani in avanti “alla Superman” per una planata più veloce e controllabile con tanto di possibilità di virata. Che siate su terra o in aria, potrete frenare per evitare dirupi e limitare gli urti. Potrete sterzare sui pattini, cosa utile non solo per mantenere la velocità ma anche per limitare le rotazioni in roomscale per i visori dotati di tracciamento a 180 gradi.

Terzo grande capitolo del movimento è l’arrampicata. Come se non fossero sufficienti tutte le azioni testé indicate, potrete afferrare degli elementi verticali alla The Climb e tirarvi su: anche in questo caso più veloce sarà il trascinamento e maggiore ne risulterà l’inerzia e la velocità. A parte arrampicarvi, ci saranno vere e proprie pareti magnetiche su tutti e quattro i lati da afferrare, nonché una sorta di vortici che vi daranno una spinta momentanea nella più classica delle tradizioni.

Immagino la stanchezza del lettore, ma non è ancora finita. Facendo doppio click sul grilletto il giocatore potrà sparare e, se avrà incamerato dei power-up sparsi sulla pista alla Mario Kart, usare tali poteri per lo più offensivi ma talvolta anche difensivi o velocistici. Ce ne sono oggettivamente tanti da memorizzare. Se tutto questo vi ha in parte confuso, sappiate che la qualità della produzione è elevata e considerata la grande complessità il tutto si apprende senza troppo soffrire. Tuttavia anche grazie (o a causa) della estenuante quantità di moto richiesta degna del miglior cardio fitness, una certa caoticità iniziale va messa in conto.

 




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