Quanto è bello Rez Infinite su PSVR2

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Playstation VR2 si porta dietro una lunga serie di porting provenienti dal primo PSVR, che per ora si limitano a quei prodotti di terze parti che hanno avuto un particolare successo nel resto del mercato. Uno di questi è Rez Infinite, a sua volta remastered del capolavoro Dreamcast di Tetsuya Mizuguchi, che ci aveva già fatto sognare su tutte le piattaforme di realtà virtuale. Avevo già amato quest’opera d’arte immortale su Quest qualche anno fa, ma ritrovarlo qui in una versione in alta risoluzione, con l’integrazione di eyetracking e feedback sull’headset è stata l’ennesima gioia legata al titolo Sega.

Per chi non lo conoscesse, Rez è un rail-shooter atipico e psichedelico, in cui il vostro personaggio volerà in automatico all’interno di ambientazioni che sembrano uscite dalla fantascienza anni novanta, mentre puntando i vostri motion controller verso i nemici andrete a eliminarli uno a uno, fino ad arrivare al classico boss di fine livello. Un concept semplice, ma in controtendenza con quella ricerca di un impatto fotorealistico che andavano invece cercando i competitor dell’epoca. Rez Infinite, così come l’originale, assomiglia più a un’opera di videoarte che a un videogioco: un pezzo unico di un linguaggio che assomiglia più alla Gioconda, che ad House of the Dead. Rez Infinite vanta poi un livello bonus rispetto all’originale: quell’area X della durata di circa quindici minuti che riesce a regalare emozioni indecifrabili, attraverso un design più moderno e una sensibilità quasi commovente.

Per me, quindi, Rez Infinite rimane un capolavoro oggi, come lo era sui visori antecedenti, e come lo era d’altronde anche nel 2001 su Dreamcast. Inutile specificare che, anche a causa di un prezzo di 29,99€, il titolo di Mizuguchi non è tuttavia assolutamente un prodotto adatto a chi cerca un’esperienza tradizionalista. Per tutti gli altri invece, questa versione PSVR2 si erge a esperienza definitiva di un capolavoro mai troppo lodato.

Le differenze con le altre versioni sono semplici: una risoluzione decisamente più alta, una vibrazione dell’headset che sottolinea i momenti più intensi, e soprattutto un eyetracking che ci permette di mirare soltanto attraverso il nostro sguardo. Andando a settare il type 4 tra i metodi di mira disponibili, potremo infatti selezionare i nemici da abbattere semplicemente puntando la nostra pupilla verso gli avversari a schermo, fruendo di un prodotto già avveniristico nelle sue fondamenta attraverso una modalità inedita e totalizzante. Forse rimane più comoda la mira tradizionale via motion controller, ma provare quantomeno a immergersi nel mondo di Rez attraverso tutti i tool che ci offre PSVR2 è un’esperienza sicuramente da provare.

C’è poco altro da dire sulla versione PSVR2 di Rez Infinite, se non che chi ha amato l’originale, o semplicemente chi vede nel videogioco qualcosa di più della sua componente ludica più superficiale, dovrebbe assolutamente dedicare uno spazio della sua libreria PSVR2 a questa enorme opera interattiva. Ripeto, stiamo parlando di un gioco dalla durata di un paio d’ore scarse, le cui fondamenta rimangono l’estensione dei propri sensi e non il “far passar del tempo”, per cui avvicinatevi soltanto se avete capito a cosa state andando incontro.

 




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