Marvel’s Iron Man VR: recensione e video recensione (PSVR)

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Giocato su Playstation 4 PRO

Sputo subito il rospo, così non vi faccio fomentare odio: non sono un fan Marvel. Se devo dirla tutta, non sono proprio un estimatore dei comics, del cine-fumetto e di tutto quello che gravita intorno agli universi condivisi. Questo perché, nonostante il concept potenzialmente efficace di un autore, ogni linea di questo grande gioco dei supereroi viene portata avanti da centinaia e centinaia di penne diverse, facendo sì che il risultato di ogni micro-universo si dimostri sempre estremamente altalenante. È per questo che, ad esempio al cinema, abbiamo grandi capolavori d’avventura come gli Spiderman di Raimi, film godibili come I Guardiani della Galassia ed Ant-Man; ed infine prodotti impresentabili come gli Avengers dei fratelli Russo. Non capisco quindi come si possa esser grandi fan di macro-opere estremamente annacquate dalla visione più o meno interessante di tutti quelli che contribuiscono a formarla, ma de gustibus non est disputandum. Nel videogioco tuttavia, la narrativa può rivelarsi meno importante del previsto, e se un nome di rilievo viene dato in mano ad uno studio consapevole, quest’ultimo potrebbe comunque serenamente dar vita ad un’opera di valore. Marvel’s Iron Man VR è stato dato in questo caso in mano a Camouflaj – già autori di Republique – e pubblicato da Sony in esclusiva per PSVR. Con delle basi così c’è da aspettarsi tutto fuorché un titolo impresentabile, vediamo insieme quindi come questa avventura su Tony Stark se la cava nella pratica.

Prima di tutto, Marvel’s Iron Man VR non si rifà all’MCU di stampo cinematografico che ben conosciamo, ma riprende tono, personaggi ed immaginario più vicini al materiale di partenza. Per questo motivo i volti dei personaggi non sono chiaramente modellati su Robert Downey Jr. e colleghi, ma hanno un design molto specifico, un po’ impersonale ma tutto sommato piacevole. Anche alcuni dei comprimari non sono mai apparsi nella saga cinematografica allargata degli Avengers, ragion per cui chi non conosce i fumetti potrebbe trovarsi davanti ad alcune simpatiche sorprese.

Playstation Move alla mano, il titolo di Camouflaj svela già durante il suo primo atto tutti i punti di forza della produzione. Dopo un prologo un po’ lento, che ci introduce tuttavia a storia e personaggi, e sottolinea per l’ennesima volta la banalità di una scrittura decisamente sotto la media, saremo catapultati nel primo dei dodici capitoli che passeremo nei panni dell’egocentrico uomo di ferro, per una durata complessiva di circa sei ore. Dopo che il villain di turno tenterà di distruggere il nostro jet privato, indosseremo la nostra sfarzosa tuta, ci lanceremo in cielo aperto ed inizieremo a combattere sfrecciando come razzi. Quello che fa prevalentemente il fumetto supereroistico – e ciò che ne ha decretato la sua egemonia culturale – è permetterci di dare sfogo a quelle che sono di fatto le nostre fantasie più infantili; ma non per questo meno intense. Volare a tutta velocità per i cieli di Iron Man VR, sparando razzi teleguidati e proiettili esplosivi è un’esperienza già di per sé adrenalinica ed a tratti entusiasmante; soprattutto grazie a scelte di gameplay funzionali, che migliorano quanto abbiamo già visto in passato con titoli analoghi, quali Megaton Rainfall e Marvel Power United.

Utilizzare la nostra corazza iper-tecnologica si rivela di fatto l’elemento più divertente del pacchetto, grazie ad uno schema comandi non privo di bizze, ma efficace quanto basta. Muniti per l’appunto di due Playstation Move – che andranno a sostituire le nostre braccia – ci muoveremo attraverso la pressione dei trigger grazie ai propulsori posti sulle nostre mani, e spareremo con il tasto centrale relegato al pollice. Ma non solo, perché attraverso determinati movimenti delle mani andremo ad attivare le armi secondarie, mentre attraverso varie combinazioni dei piccoli tasti che circoscrivono la parte anteriore potremo fermarci, sferrare un pugno, ruotare la telecamera ed attivare una devastante ultimate. Costruire uno schema comandi immediato attraverso l’utilizzo della bizzarra combinazione di tasti dei Move non è mai una cosa semplice ma, sebbene non tutto funzioni sempre alla perfezione, i ragazzi di Camouflaj ci sono riusciti.

A tal proposito, il combat system risulta sempre velocissimo ed efficace, capace di metterci in situazioni inusuali per una periferica come Playstation VR. Sono sempre il primo a dire che le esperienze che funzionano meglio su PSVR sono quelle più statiche, quelle che vanno incontro ai limiti dell’hardware e che non fanno inutilmente finta di proporre un’esperienza roomscale. Non mi smentisco, ma in questo caso devo dire che sia il tracking che l’immediatezza del gameplay fanno un ottimo lavoro, anche se chiaramente la presenza di almeno un thumbstick o la possibilità di muoversi a trecentosessanta gradi avrebbero aiutato.

Ottimo anche il lavoro fatto per limitare il motion sickness, con un hub sempre a vista ed un lavoro sul level design che evita movimenti troppo improvvisi di elementi vicini al nostro corpo; così che anche chi soffre un po’ di questa patologia possa giocare abbastanza serenamente senza rimettere l’anima.

Nonostante i suoi ovvi pregi, Iron Man VR non ha – sfortunatamente – soltanto frecce buone al proprio arco. Il primo dei tre più grossi difetti sta nell’elemento narrativo, e nella prolissità di alcune scene di intermezzo, un po’ come avveniva nel seppur ottimo Blood & Truth. In questo caso però ad esacerbare la situazione ci pensa una sceneggiatura ancora meno interessante ed una messa in scena delle cutscenes un po’ pigra, che non spicca per grandi guizzi visivi e dimostra invece una certa ingenuità nel proporre le interazioni con i comprimari. Questo non sarebbe un problema insormontabile se i momenti tra una scena e l’altra, così come tra un momento di gameplay ed uno narrativo, non fossero costantemente interrotti da caricamenti infiniti, che vanno non solo a spezzare il ritmo, ma anche ad annoiare profondamente tra un’iterazione e l’altra. Attendere con di fronte una schermata nera in VR non è mai una bella esperienza; immaginate di doverlo fare ogni pochi minuti, oltretutto nel torrido caldo di queste notti estive.

Il terzo punto di debolezza – e forse il più grave – è invece la varietà di situazioni proposte. Posto il fatto che lo scheletro del gameplay, basato su volo e combattimento, funziona più che dignitosamente; per tutto l’arco dell’avventura avremo ben poche variazioni sul tema. Ogni tanto ci verrà chiesto di distruggere qualche elemento dello scenario a mani nude, di congelare una bomba o di esplorare degli interni sufficientemente dettagliati; ma per il novanta per cento del gioco dovremo volare avanti ed indietro distruggendo droni corazzati, ed alla lunga il loop-game può quindi risultare noioso.
Se vogliamo dirla tutta poi, il difetto non sta tanto nella riproposizione continua delle stesse situazioni, ma dalla varietà del suo contorno. I nemici e soprattutto gli ambienti di gioco saranno più o meno sempre quella manciata che scopriremo durante le prime battute di gioco, e dunque il senso di scoperta proprio della VR finisce per sfumare abbastanza in fretta. È anche vero che durante le ultime fasi di gioco le cose si fanno già più interessanti, ma nonostante un incalzare più coinvolgente, queste non bastano a cancellare ore e ore passate costantemente nelle stesse situazioni.

A risollevare le sorti di questa presunta monotonia, troviamo però una personalizzazione della tuta che ci permetterà di cambiare in qualsiasi momento dall’hub principale l’estetica, le skill attive e quelle passive. I numerosi poteri con cui costruire la nostra build si potranno acquistare attraverso una valuta in game guadagnata attraverso l’esecuzione, perfetta o meno, delle missioni principali e di quelle secondarie. Se quelle principali sono chiaramente obbligatorie ai fini del completamento, quelle secondarie ci chiederanno di effettuare mini-giochi specifici all’interno delle mappe già esplorate. Il più delle volte ci sarà chiesto di eseguire delle gare ad anelli su cui erge l’ombra del mai troppo odiato Superman 64; ma riportando quel folle concept in VR, il tutto diventa magicamente più divertente.

Per quanto riguarda il colpo d’occhio, Iron Man VR se la cava piuttosto bene, senza tuttavia stupire come aveva fatto il sopracitato crime game di London Studio. Gli ambienti di gioco, specialmente quelli esterni, sono gradevoli ma il più delle volte molto spogli; mentre gli interni risultano sicuramente più dettagliati ma un po’ privi di personalità. Nel primo caso la ragione sta chiaramente nel fatto che gli scontri del titolo di Camouflaj risultano ricchissimi di nemici, esplosioni ed effetti di varia natura; ragion per cui un lavoro più importante sulla costruzione degli scenari sarebbe andato probabilmente ad appesantire eccessivamente il lavoro sull’hardware. Il secondo è invece un po’ meno giustificabile, figlio semplicemente di un’art direction fondamentalmente poco ispirata, che farà probabilmente la gioia soltanto dei fan Marvel, che troveranno invece decine e decine dei tanto amati easter eggs, tanto cari ad ogni nerd degno di tale nome.

Mediocre, ma in linea con la narrativa, il doppiaggio italiano; degno di un episodio dei Biker Mice, ma che potrebbe comunque bastare a tutti quelli che apprezzano delle interpretazioni sopra le righe da cartone animato, figlie un po’ di questo immaginario.

Se vogliamo fare un paragone con un altro grande esponente dei supereroi in realtà virtuale, Batman: Arkham VR si era dimostrato al lancio dei visori commerciali un titolo piuttosto spoglio sul fronte delle meccaniche e dei contenuti, ma infinitamente più affascinante per quanto concerne mondo di gioco ed interazioni. In quel caso non c’era un vero e proprio focus sul gameplay, ma in Rocksteady erano riusciti a mettere in piedi un grande buffet, ricco di tanti piccoli antipasti, conditi da una narrativa affascinante ed un impianto tecnico sbalorditivo. In questo caso il titolo di Camouflaj è l’esatto opposto: ovvero un titolo dal gameplay drittissimo, discretamente profondo e divertente, ma privo di tutto il resto.

Marvel’s Iron Man VR si dimostra un prodotto forte per quanto riguarda il grado d’immersione ed i combattimenti, quanto un po’ vuoto da tutti gli altri punti di vista. Se siete dei grandi fan Marvel prima di tutto fatevi due domande, ed in secondo luogo procedete serenamente all’acquisto; l’ultima esclusiva PSVR è un’opera sicuramente capace di farvi vivere i vostri sogni più fanciulleschi, all’interno di un immaginario che saprete apprezzare. Per tutti gli altri, dipende da quanto siete disposti a scendere a compromessi con una struttura ludica un po’ monotona e ripetitiva, che risulta in primo luogo sicuramente divertente, per poi andar scemando piano piano d’entusiasmo nel tempo. In ogni caso, visto anche la scarsità di titoli first party arrivati in questi mesi su PSVR, date comunque un occhio alla reinterpretazione di camouflaj di uno dei supereroi più influenti del secolo, potrebbe – nonostante tutto – sinceramente divertirvi.

Marvel’s Iron Man VR è disponibile dal 3 Luglio 2020 su Playstation Store, compatibile con Playstation VR e Playstation Move.
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