Battlezone: recensione e video recensione

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Nel 1980 Atari pubblica un titolo per cabinati che ancora oggi detiene un piccolo spazio nei cuori e nei ricordi degli appassionati che hanno vissuto la nascita del medium videoludico; grazie ad un’inedita grafica vettoriale ed un sistema di gioco curioso e innovativo, Battlezone divenne dunque uno dei videogiochi di punta dell’intera produzione degli anni ottanta a cui seguirono numerosi porting, cloni e seguiti ufficiosi. Alla fine del 2016, Rebellion Developments distribuisce una sua produzione che tenta di rilanciare il brand in una variante contemporanea ma fedele al feeling originale, disponibile esclusivamente per realtà virtuale. Battlezone esce quindi in esclusiva temporale PSVR, ma arriva l’anno successivo su Steam e Oculus Store, completo di migliorie e contenuti aggiunti nel tempo.

Troppo spesso i software propri della VR assomigliano più a delle brevi tech demo che a videogiochi veri e propri, tanto che viene difficile paragonarli per profondità e durata ai loro ben più maturi colleghi disponibili sulle piattaforme da gioco standard. Battlezone, è uno splendido esempio di come, nonostante il mezzo sia ancora acerbo, sia possibile mantenere invariata la profondità dei titoli flat anche sui caschetti di nuova generazione.

Battlezone è fondamentalmente un roguelike nella sua accezione più contemporanea, con elementi strategici a un primo sguardo morbidi, che nel corso delle partite si riveleranno invece profondamente decisivi. Partendo da una mappa divisa in esagoni, dovremo scegliere in che modo e attraverso quali caselle compiere la nostra avanzata verso il boss finale, posto all’estremità della mappa di gioco e rappresentato da un vulcano in eruzione.
Ogni esagono restituirà un evento random che varia da missioni standard, brevi avventure testuali e shop, in cui sarà possibile acquistare dell’equipaggiamento specifico. Dopo aver scelto la difficoltà e la dimensione della mappa (piccola, media o grande), sarà quindi possibile scegliere un mezzo con specifiche uniche e buttarsi a capofitto nella prima missione.

Come da tradizione del genere, le missioni presenti in Battlezone sono strutturate all’interno di mappe generate proceduralmente, con obiettivi che vanno dall’eliminazione di tutte le forze nemiche, all’haking di specifici terminali. La varietà della macro struttura non è comunque il punto forte dell’operazione e l’andamento generale del titolo sarà piuttosto ripetitivo; tuttavia grazie all’ottimo algoritmo che gestisce la proceduralità di mappe e nemici non mancheranno momenti unici e sorprendenti legati prevalentemente agli scontri a fuoco. Se la godibilità dei suddetti scontri è sorretta da un ottimo sistema di controllo (soltanto via pad) e un sorprendente senso di immersione, lo stesso non si può dire del bilanciamento riservato alle partite in solitaria. Il gioco è infatti predisposto al completamento in multiplayer cooperativo, fino a un massimo di quattro giocatori, in cui l’azione si fa senza dubbio più dinamica, strategica e divertente. Purtroppo, la sconcertante desolazione in cui si trovano i server di gioco, data anche dal mancato cross play con PSVR, fa sì che chi approccia il gioco oggi si trovi costretto ad affrontare Battlezone esclusivamente insieme a un amico o in single player. In quest’ultimo caso si avrà una conseguente crescita smisurata della difficoltà, che anche a livello intermedio si rivelerà eccessivamente punitiva e spesso ingiusta.

Questa spiacevole svista viene esacerbata da un classico sistema permadeath, che nel momento in cui busserà alla porta dello sfortunato giocatore lo costringerà a perdere tutti i progressi legati alla campagna, portandolo a ricominciare l’avventura dal principio. La difficoltà del gioco è data anche da una mala gestione della valuta in game e del conseguente sistema di potenziamento. Durante ogni missione guadagneremo del denaro che sarà possibile spendere nelle caselle shop in cambio di nuove armi, potenziamenti e vite; il problema è che i crediti scarseggiano e i potenziamenti costano davvero troppo, forzandoci a puntare gran parte delle nostre speranze sul colpo di fortuna piuttosto che sull’investimento oculato. Nonostante questo discreto problema, il core gameplay di Battlezone funziona, diverte e può facilmente diventare uno dei pochi mangia-ore disponibili ad oggi per realtà virtuale.

La questione comfort, come sempre, è soggettiva. E’ vero che il movimento è libero, che spesso l’azione a schermo è veloce e dinamica, ma essendo il movimento giustificato dal mezzo e avendo a disposizione dei settaggi per il comfort, quest’ultimo non dovrebbe essere un grosso problema, anche per chi soffre di motion sickness.

Sul fronte tecnico Battlezone funziona alla perfezione. Adottando con grande furbizia uno stile minimale vicino al low poly e sorretto da un’art direction più che dignitosa, Rebellion ha dato vita ad uno shooter dall’aspetto sempre comprensibile e costantemente fluido. Battlezone riesce come pochi ad immedesimare il giocatore rendendogli al contempo chiarissima la geometria degli ambienti di gioco, lasciandosi comunque la libertà di sperimentare con una palette cromatica ricercata e azzeccatissima. La possibilità di lavorare sul supersampling direttamente dal menù delle opzioni rende inoltre possibile l’eliminazione di gran parte dell’aliasing già a valori intermedi, senza bisogno di una macchina da gioco dalle prestazioni mostruose.
L’accompagnamento sonoro è anch’esso di ottima fattura, con musiche elettroniche di gran livello ed un sound design avvolgente ed efficace.

Non mancano inoltre delle microtransazioni legate però esclusivamente all’estetica dei futuristici carri che andremo a pilotare, acquistabili via DLC dai corrispettivi store di riferimento.

Questa edizione definitiva di Battlezone ha al suo interno anche una modalità denominata classic mode, che ripropone il capitolo originale in un’inedita veste pensata per realtà virtuale. La difficoltà data dall’emulazione del movimento classico e la monotonia dell’azione rende questa modalità un’aggiunta simpatica ma a conti fatti accessoria, che interesserà plausibilmente soltanto chi è cresciuto con il titolo originale.

Il primo videogioco VR di Rebellion è dunque uno dei migliori roguelike per realtà virtuale presenti sul mercato PC e console, grazie ad una profondità più che discreta, un gameplay divertente ed un impianto tecnico e artistico di ottima fattura. I limiti legati alla difficoltà del single player lo penalizzano non poco, ma se vi sentite particolarmente coraggiosi o avete un amico con cui giocarlo, Battlezone è un titolo che, in un mercato acerbo come quello della VR, detiene un valore prezioso da non sottovalutare.

Battlezone è disponibile dal 13 Ottobre 2016 su Playstation Store e dall’11 Maggio 2017 su Steam e Oculus Store.

 




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2 COMMENTS

    • Grazie! Non appena sbloccheranno la VR su PC senza dubbio, è stato uno dei miei titoli preferiti dell’anno passato e non vedo l’ora di ributtarmici in VR. Tra l’altro l’esclusiva temporale di sony dovrebbe finire davvero a giorni, incrociamo le dita

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