Giocato su Meta Quest 3
Se siete amanti dei videogiochi gestionali, sicuramente conoscerete Surviving Mars, titolo di Paradox Interactive in cui saremo chiamati a domare il mortale Pianeta Rosso per permettere alla nostra specie di sopravvivere sulle sue aride terre. Anche Surviving Mars: Pioneer, attualmente in accesso anticipato, segue questa linea, ma con una novità significativa: la visuale passa da isometrica alla prima persona, permettendoci di vivere ancora più intensamente quel senso di desolazione e lotta continua per la sopravvivenza che ci si aspetterebbe da una missione del genere. Scopriamo insieme se il nuovo gioco di Bolverk Games è riuscito a portare in realtà virtuale l’essenza stessa della serie.
Cominciamo col dire che Surviving Mars: Pioneer è un gestionale con forti elementi survival. Infatti, oltre a dover ampliare la nostra base operativa, saremo spesso costretti a cercare materiali per produrre cibo e garantire la nostra sopravvivenza il più a lungo possibile. A supportarci in questa impresa ci saranno tre strumenti principali: una pistola raccoglitrice, uno strumento per costruire o spostare oggetti, e uno scanner. L’uso intelligente di questi tre dispositivi determinerà il successo o meno della missione. Per ottenere tutto ciò che ci serve, dovremo esplorare in cerca di risorse come ghiaccio per creare acqua o ferro per costruire nuove strutture. Tuttavia, questo ci costringerà ad allontanarci dalla base operativa, con il rischio di rimanere a corto di ossigeno. Inoltre, lo zaino poco capiente — almeno inizialmente — ci obbligherà a fare numerosi viaggi per raccogliere il necessario.
Questo è forse uno dei punti deboli di Surviving Mars: Pioneer: le prime tre o quattro ore risultano piuttosto lente, con una sensazione di progressione quasi nulla. Ci si trova spesso a rallentare per recuperare materiali indispensabili alla sopravvivenza, e credetemi, questo accadrà di frequente nelle fasi iniziali.
Fortunatamente, una volta superato questo primo ostacolo, le vere potenzialità del titolo iniziano a emergere. Potremo infatti costruire radar per scoprire nuove aree e veicoli per spostarci agilmente sulla mappa. Ovviamente, anche questi richiederanno risorse per funzionare, ma il prezzo da pagare viene ampiamente ripagato: vedere la nostra base operativa crescere sarà la soddisfazione più grande. Per farlo, avremo anche bisogno di una buona quantità di denaro, che potremo ottenere completando missioni che prevedono l’invio di materiali sulla Terra in cambio di fondi.
Tuttavia, nonostante la progressione diventi più appagante con il tempo, Surviving Mars: Pioneer soffre di una marcata ripetitività. Le meccaniche di raccolta e costruzione tendono a ripetersi con poche variazioni, e alla lunga possono risultare monotone, soprattutto per i giocatori meno appassionati del genere. La varietà delle situazioni è limitata e, dopo qualche ora, si inizia a percepire una certa routine, che rischia di affievolire l’interesse.
Dal punto di vista tecnico, il gioco su Meta Quest 3 si comporta molto bene: riflessi realistici su superfici metalliche e naturali, frame rate stabile anche con molte strutture a schermo, e l’assenza di caricamenti nel passaggio tra interno ed esterno della base aiuta enormemente l’immedesimazione — elemento cruciale in un’esperienza in realtà virtuale.
In conclusione, Surviving Mars: Pioneer è un buon gestionale con elementi survival. Peccato per una progressione iniziale un po’ lenta e per una certa ripetitività nelle meccaniche, che potrebbero scoraggiare i meno esperti o i giocatori in cerca di varietà. Non si tratta di un gestionale puro — per esempio, non potremo accogliere nuovi coloni nella base come nella versione del 2018 — ma, accettando qualche compromesso, il gioco saprà comunque regalarvi qualche soddisfazione. E con i futuri aggiornamenti che con molta probabilità arriveranno durante il periodo di accesso anticipato, le prospettive di crescita ci sono tutte.
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