Penny’s Big Breakaway | la recensione | PC, PS5, XBOX

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Giocato su PC

Quand’è l’ultima volta che avete giocato a un bel collectathon? Parlo di quel tipo di platform che andava forte all’epoca del Nintendo 64 e del Saturn, in cui dovevate raccogliere tutto quello che ogni livello aveva da offrire, attraverso un’estetica pazza e coloratissima, propria soltanto degli ultimi anni novanta. Ecco, Penny’s Big Breakaway – sviluppato da Christian Whitehead e pubblicato da Private Division – è proprio uno di questi giochi qui, che purtroppo vediamo sempre più di rado approdare sugli scaffali virtuali delle nostro console e dei nostri PC.

L’idea narrativa è semplicissima: la nostra protagonista vuole a tutti i costi partecipare alle audizioni annuali di un contest artistico del regno in cui vive, ma – sfortunatamente – il suo yo-yo colpisce per sbaglio il re, che viene denudato davanti a tutti. Penny dovrà quindi scappare, affrontando una serie di livelli pieni zeppi di nemici e di cose da raccogliere, affrontando, alla fine di ogni mondo, il mega boss che lo abita. 

È un concept che ruba a pieno dai primi platform 3D dell’epoca sopracitata, e che sembra letteralmente uno di quei giochi un po’ dimenticati di fine anni novanta, rimasterizzato per l’occasione attraverso le potenzialità moderne dei nostri hardware. 

In fin dei conti tutto quello che dovremo fare sarà arrivare alla fine del livello, tentando di raccogliere tutti i bulloni e completando le richieste della popolazione del regno, che vanno dall’ottenere una serie di oggetti nel minor tempo possibile, all’eseguire determinati trick. L’elemento più interessante di Penny’s Big Breakaway è infatti il suo sistema di controllo, basato interamente sull’utilizzo del twin stick, attraverso cui potremo muovere il nostro yo-yo verso tutte le direzioni. Attraverso il nostro magico tool potremo saltare, fluttuare ed eseguire movimenti velocissimi e soddisfacenti che ricordano i platform 3D di una volta, ma presentati con molta più cura, grazie al know how accumulato negli ultimi trent’anni. O quasi.

Quando infatti il titolo di Christian Whithead funziona è davvero divertentissimo, e ci permette di correre e saltare come matti quà e là per la mappa, manco fossimo dentro a una pista di Tony Hawks Pro Skater; quando invece non funziona, Penny’s Big Breakaway è semplicemente un videogioco frustrante. A volte i comandi, piuttosto difficili da interiorizzare, fanno un po’ quello che gli pare, facendoci cadere giù da un livello mentre siamo a un passo dal checkpoint o non rispondendo istantaneamente a una curva mentre viaggiamo velocemente su quattro ruote. Sono piccolezze che non rovinano in toto l’esperienza, ma che la rendono decisamente meno polished rispetto a quello che i nostri occhi stanno osservando.

Visivamente infatti, Penny’s Big Breakaway è colorato e pulitissimo: un’esplosione di creatività, che sembra uscire da un’epoca lontana, quando ancora si sperimentava con il design dei personaggi e i loro mondi. A un occhio più giovane l’estetica di Penny’s Big Breakaway potrebbe rivelarsi addirittura respingente, proprio perché vive di una sensibilità demodé e volutamente antiestetica, ma il fascino, in questo senso, è innegabile. Splendide anche le musiche, che sembrano uscite da Banjo & Kazooie o Bomberman Hero, e che contribuiscono a richiamare il mood dei vecchi collectathon.

Peccato che il gioco non sia ancora ottimizzato alla perfezione, specialmente su PC e Steam Deck, ragion per cui, su determinate configurazioni, sarà necessario lavorare un po’ sulle impostazioni per non subire rallentamenti dovuti chiaramente a un codice un po’ ballerino, e non alla potenza del vostro hardware. Una volta trovati i settaggi giusti, comunque, Penny’s Big Breakaway gira molto bene anche sulla portatile di Valve, finendo per diventare un ottimo videogioco portatile.

Buono l’adattamento dei sottotitoli in italiano, non scontato in una produzione di questo tipo, e più che discreta anche la longevità: con sei, sette ore per completare il gioco senza raccogliere ogni oggetto, e almeno una quindicina d’ore per chiudere al cento per cento tutti i contenuti offerti.

Penny’s Big Breakaway è un buon platform/collectathon, che farà la gioia di tutte quelle persone nate e cresciute nell’epoca N64, Sega Saturn e Dreamcast. Tutti gli altri rischiano di non capire in nessun modo l’operazione, bollandolo come l’ennesimo indie irrilevante, venduto a un prezzo troppo alto. Se siete fan del genere e vi mancava un prodotto di questo tipo dategli decisamente un’occhiata, consci di qualche piccola sporcatura che speriamo venga sistemata nel tempo. In tutti gli altri casi le opzioni sono due: non vi interesserà – a ragione – minimamente, o potreste innamorarvi di un genere quasi defunto, che raramente approda su lidi che non siano esclusiva di Nintendo.

Penny’s Big Breakaway è disponibile dal 21 febbraio 2024 al prezzo di 29,99€ su Steam, PS5, XBOX e Nintendo Switch.

 




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