Battle Fleet 2: la recensione

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Introduzione

Battle Fleet 2 è il seguito di uno strategico a turni nato per iPad e Mac il quale, avendo riscosso un buon successo, è tornato non solo sui sistemi Apple ma anche su PC prima e per realtà virtuale poi. Mythical City Games, la casa che ha realizzato la serie, essendo partita dai tablet ha cercato di realizzare una interfaccia che non eccedesse nella complessità e fosse facilmente maneggiabile su schermi tattili. Tale livello di semplificazione non ne ha compromesso lo spessore strategico, che vanta anzi un pregevole equilibrio tra le sue componenti.

Il gioco

L’esperienza può essere divisa in due fasi, quella di pianificazione ed il combattimento vero e proprio. Partirei dal secondo, in quanto è ciò che ciò che suppongo stia più a cuore ai potenziali acquirenti: lo scenario di battaglia è rappresentato da una porzione quadrata di mare, con eventuali terre emerse in corrispondenza delle regioni geografiche associate. Tra tutte unità viene creato un ordine di movimento che rimarrà inalterato durante lo scontro, ed avrà un certo peso nell’impostare le strategie di attacco e difesa. Ad ogni turno, l’unità potrà usare tutti gli armamenti a sua disposizione ed impostare timone e motori per una sorta di “scatto” in avanti o all’indietro, il tutto in ordine libero per massimizzare il danno e ridurre al minimo l’esposizione al fuoco nemico.

A questi elementi decisionali si unisce l’operazione che più di tutte caratterizzerà la vostra efficacia in combattimento: le armi vanno orientate, ed hanno un arco di utilizzo che dipende da una moltitudine di fattori. Nello specifico ne va impostata la rotazione, con una sorta di bussola, e l’angolo che determina la parabola dei proiettili e quindi la gittata. Per semplicità, al posto dei gradi viene espressa una misura che indica i metri con una circonferenza a video di due chilometri quale righello. Dopo l’inevitabile frustrazione delle prime ore di gioco le vostre stime si faranno via via più precise, con un godimento proporzionale alla difficoltà del tiro che vi trasformerà da incerti scialacquatori di munizioni a veri e propri affondatori di natanti.

Nella fase di pianificazione avrete i classici scenari geografici divisi in settori, ma niente esagoni. Ci si può muovere solo in località adiacenti una volta per turno. Orografia e fortificazioni del settore saranno sempre note, ma le navi dislocate richiederanno invece una ricognizione, in quanto le forze nemiche potranno organizzare e distribuire le unità con le vostre stesse modalità. Ammetto di aver attaccato a testa bassa per diverse ore, con importanti vittorie, ritrovandomi poi spalle al muro senza più mezzi ne’ flotta: vincere una battaglia o la guerra sono cose assai diverse. Tutto ha un costo, ritirarsi o perdere “bene” può valere più di una vittoria insperata che ci decima la flotta o ci lascia scoperti. Similmente alla succitata abilità nel prendere le misure, la seconda grande competenza da acquisire in Battle Fleet 2 è la saggezza nella pianificazione, capire cosa colpire e quando, o non attaccare affatto se ciò rappresenta un vantaggio tattico.

Comfort e implementazione

La natura del gioco è fortemente bidimensionale, essendo il mare piatto e l’incidenza delle terre emerse modesta. Dal punto di vista della realtà virtuale questo si traduce in una sorta di tappeto posto sotto di voi, visualizzabile con vari livelli di zoom. La genesi sul mercato mobile è evidente nella grafica essenziale e ben poco coreografica, puramente funzionale in un wargame ed in virtù dei pochi poligoni in ballo leggerissima, anche con specifiche molto al di sotto delle minime. Menzione d’onore per il multiplayer, che vi notifica della presenza di sfidanti anche se state giocando la campagna da soli (funzionalità disabilitabile) con massiccio supporto cross playing tra tutte le piattaforme, incluse le versioni mobili.

Conclusioni

Battle Fleet 2 è un gioco spartano, poco spettacolare e che tutto sommato beneficia in modo ridotto della realtà virtuale. Sotto questa scorza dura, troviamo il più longevo e profondo strategico VR disponibile, vincere le due campagne del Pacifico e dell’Atlantico al livello medio su specifiche storiche nel ruolo alleato mi ha richiesto quasi 30 ore, e sono solo alcune delle modalità disponibili. Come più volte sottolineato, ha una curva di apprendimento ripida che concede poco al neofita: se avete poco tempo o non avete idea di cosa sia un wargame, ritenendo magari che mira e buoni riflessi siano le vostre qualità migliori, è di certo il gioco sbagliato per voi. A me è piaciuto moltissimo ed attendo con impazienza il prossimo titolo della serie denominato Ground Assault, con scenari terresti e combattimento di cingolati e artiglieria.

 




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