A Wake Inn: recensione e video recensione (PCVR)

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Provato su Oculus Quest 2 + Oculus Link

Quanto ci manca il mercato PC di un paio d’anni fa? Prima dell’inevitabile crollo del gaming PCVR, dovuto chiaramente allo spostamento dei developer sulle macchine standalone di Oculus, i titoli in realtà virtuale per personal computer erano in grado di osare, di stupire e di regalarci esperienze mai più viste sugli altri caschetti commerciali. VR Bros entra quindi a gamba tesa nel mercato proponendoci un titolo originale, longevo e visivamente splendido, cercando di ridare vita ad un mercato che sta ancora cercando la sua vera strada, ma che dimostra anche quanto lavoro c’è ancora da fare a livello controllo qualità da parte di un client come Steam; la cui pecca più grande è proprio il non imporre standard qualitativi ai suoi publisher.
Vediamo insieme come se la cava quindi A Wake Inn sui nostri PC, in uscita il venticinque di questo mese.

Nei panni di un manichino in sedia a rotelle, ci svegliamo all’interno di un hotel abbandonato dallo stile art deco, da cui dovremo fuggire affrontando orrende creature, risolvendo puzzle, e facendoci guidare via radio dal dottor Finnegan: l’ambiguo patrono della struttura, che cercherà di aiutarci ad uscire incolumi da quelle mura. A livello narrativo, A Wake Inn risulta subito interessante, permeato da una sensibilità che ricorda classici videoludici come Bioshock, ma anche un certo tipo di cinema dell’orrore più spiccatamente classico, a cui fa leva soprattutto grazie al suo elemento estetico.

Se sul fronte della sceneggiatura la penna è indubbiamente solida, la prima cosa che salta all’occhio è tuttavia – infatti – l’impatto estetico che caratterizza ambientazioni e personaggi. A Wake Inn è splendido da vedere, grazie ad una direzione artistica che raramente abbiamo visto in realtà virtuale; e nonostante non mostri i muscoli in maniera estremamente plateale, dimostra una consapevolezza della messa in scena rara per il suo mercato di riferimento. Le luci, i fumi, le suggestioni visive di cui l’opera di VR Bros è pregna rendono l’immaginario di A Wake Inn uno dei più affascinanti in assoluto nel mondo della realtà virtuale, anche grazie ad una serie di riferimenti alti che vanno da Melies a Ruttman, e che arricchiscono con grande grazia i fenomenali interni dell’hotel.

Ma un videogioco non è niente senza il suo gameplay, ed anche qui – almeno su carta – gli elementi messi in piedi da VR Bros risultano tutti estremamente azzeccati. Muovendoci attraverso una sedia a rotelle comandabile sia attraverso le ruote che attraverso una sorta di joystick posizionato alla nostra destra, dovremo esplorare l’enorme struttura alla ricerca di indizi per proseguire, nemici da sconfiggere e chiavi per aprire shortcut e passaggi segreti. L’elemento centrale del game design è letteralmente di ferro, e ricorda con estrema eleganza capolavori del calibro di Resident Evil, Silent Hill e tutta l’ultima generazione di Immersive Sim che abbiamo avuto il piacere di giocare negli ultimi anni.

La gestione del nostro mezzo di trasporto è poi assolutamente brillante, poiché è pensata per permetterci di avere tutto a portata di mano, sforzandoci di lavorare anche sul managing delle risorse. A tal proposito, di fronte a noi avremo una scatola nella quale potremo immagazzinare gli oggetti più piccoli che troveremo nel corso dell’avventura, sulla sinistra potremo invece tener sempre sotto mano un’arma, una torcia ed una bobina, e sotto alla scatola potremo immagazzinare una batteria aggiuntiva. Queste ultime si riveleranno fondamentali per ricaricare la nostra torcia una volta esaurite le batterie in uso, e non sarà raro rimanere senza luce per una buona sezione del gioco; percependo così una tensione fuori dal comune ogni qual volta decideremo di accenderla con estrema parsimonia.

Sembra tutto troppo bello per essere vero, ammettiamolo; ed infatti la problematica più evidente di tutta l’operazione è che se su carta A Wake Inn è un mezzo capolavoro, all’atto pratico il tutto è realizzato in maniera così approssimativa che – in questo caso – ogni difetto è un vero e proprio colpo al cuore.

Partendo dall’elemento tecnico: A Wake Inn è sì visivamente splendido, ma è anche ottimizzato in maniera decisamente insufficiente. Con una RTX 3070 e giocando al penultimo settaggio di qualità, il titolo di VR Bros restituisce uno stuttering e dei cali di framerate realmente ingiustificabili, che non toccano le vette incomprensibili di Hinge, ma che dimostrano quanta fatica fanno oggi gli sviluppatori indipendenti a lavorare sulle macchine da gioco PCVR. È veramente una situazione paradossale, perché fino ad un paio d’anni fa, e con le GPU di vecchia generazione, era davvero difficile trovare produzioni VR su personal computer completamente instabili sul fronte delle prestazioni; mentre dal post Half Life: Alyx sembra sia quasi impossibile ottimizzare in maniera dignitosa i prodotti PC. Dal sopracitato Hinge a Medal of Honor: Above and Beyond, da Flight Simulator a Project Cars 3; negli ultimi dodici mesi si è come creato un buco nero legato alle prestazioni dei prodotti PC che non ne vuole sapere di ritirarsi, e che risulta ancora più doloroso quando ci si trova di fronte ad un prodotto potenzialmente meraviglioso come questo.

C’è da dire che sto scrivendo queste parole tre giorni prima della release ufficiale, e mi auguro con tutto il cuore che questi problemi vengano risolti alla release ufficiale, ma la vedo davvero dura che in una manciata di giorni VR Bros riesca miracolosamente a risolvere tutti i problemi che affliggo in prodotto, restituendoci un A Wake Inn che possiamo soltanto immaginarci.

In ogni caso, l’ottimizzazione non è – ahimé – l’unico problema. Se su carta il gameplay di A Wake Inn risulta a dir poco perfetto, all’atto pratico il sistema di locomotion potenzialmente brillante legato alla sedia a rotelle risulta rotto in più occasioni. Non tanto per la scomodità propria di utilizzare un sistema di trasporto del genere, che anzi riesce a farci percepire la frustrazione e le difficoltà di chi – nella realtà – non possiede l’utilizzo delle gambe; ma perché il joystick che dovrebbe controllare con più facilità il movimento tende a bloccarsi su alcune superfici, costringendoci ad usare delle ruote che non sempre rispondono in modo convincente al nostro tocco.

Ma se c’è un elemento di gameplay che funziona meno degli altri, questo è il combat system. Nel corso dell’avventura ci capiterà in più occasioni di incontrare le terribili bambole orrorifiche che infestano la struttura, e ci ritroveremo il più delle volte a scontrarcisi direttamente attraverso uno dei corpi contundenti che avremo deciso di portarci dietro. Il problema è che le hitbox, sia verso i nemici che verso di noi, sono talmente abbozzate che sarà impossibile concludere uno scontro in maniera semi-realistica; spammando all’infinito movimenti e sperando di non morire prima di eliminare l’avversario. Questo è un gigantesco punto a sfavore nei confronti dell’opera VR Bros, che va il più delle volte anche a diminuire una tensione magistralmente orchestrata attraverso la messa in scena, e che crolla in un batter d’occhio proprio sul più bello.

Ed infine, chiaramente, non mancano bug di varia natura che vanno a rendere anche difficile il proseguimento della partita. Durante il mio playthrough, subito dopo il caricamento dell’ultimo save, mi sono ritrovato senza torcia, che dovrebbe rimanere ancorata alla nostra sedia. Questo mi ha portato a muovermi completamente al buio all’interno di sezioni in cui è necessario osservare nel dettaglio l’ambiente per capire come muoversi, perdendo del preziosissimo tempo nella risoluzione degli enigmi. O ancora, durante uno scontro ho perso un’arma fondamentale per distruggere le assi di legno che sbarrano alcune strade, ed il gioco non mi ha più permesso di raccoglierla fino ad una manciata di caricamenti successivi. Non sono bug game breaking, ma quasi, e che affiancati ad un paio di crash improvvisi hanno reso la mia esperienza con A Wake Inn meno appassionante del previsto.

Infine avrei gradito – tra gli elementi che compongono la sedia – una mappa a mo’ di Organ Quarter, su cui segnarsi ciò che ci si è lasciati indietro e le strade già intraprese, in modo da rendere più brillante il pacing generale, che soffre di un paio di punti ciechi un po’ troppo enigmatici.

Opinabile anche il lavoro sul motion sickness. Se personalmente non ho avuto grossi problemi a finire A Wake Inn attraverso il suo metodo di locomotion propietario, non è certo difficile constatare quanto il sistema di movimento ideato da VR Bros poco si presti ad un utente non particolarmente esperto in realtà virtuale. La colpa sta soprattutto in un movimento della telecamera che vi verrà imposto dal joystick sulla vostra destra, che equivale un po’ al giocare senza snap turn, con conseguente mal di mare per una buona fetta di utenti. Non manca la possibilità di utilizzare sia il teleport che lo snap turn, ma sono etrambi implementati così male che difficilmente qualcuno proverà ad utilizzarli.

Ripeto, tutto questo è un enorme peccato, perché lì sotto c’è realmente un gioco straordinario, fatto di un immaginario splendido, delle ottime idee di game design, una progressione sempre interessante ed una longevità sopra la media, che supera addirittura le sei ore. Ripeto anche che è plausibile che nel corso dei prossimi mesi, VR Bros si metta a sistemare mano a mano tutti i problemi che affliggono A Wake Inn, restituendoci forse, antro la fine dell’anno, uno dei titoli più imperdibili del mercato PCVR di sempre. Sarebbe bello poi che gli sviluppatori prendessero esempio da Yupitergrad, creando una versione standalone dalle ceneri di quella PCVR e sistemando punto per punto, tutto quello che non funziona alla prima release. Ad oggi però – purtroppo – le cose non stanno così, ed A Wake Inn non è altro che uno splendido diamante grezzo, che ha bisogno ancora di molto lavoro per restituirsi a noi come una gemma rifinita di gran valore. Se siete fan del genere riuscirete probabilmente a passare sopra a tutti i difetti del prodotto VR Bros, come d’altronde ho fatto io; in tutti gli altri casi aspettate almeno un paio di patch, perché potreste rovinarvi prematuramente una grande esperienza.

A Wake Inn è disponibile su Steam dal 25 Febbraio 2021, compatibile con HTC Vive, Valve Index ed Oculus Rift.

 

 




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