Call of the Sea VR | la recensione | Meta Quest 2

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Giocato su Meta Quest 2

Call of the Sea VR è la trasposizione in realtà virtuale di Call of the Sea uscito nel 2020 per le console di vecchia ed attuale generazione, ed approdato finalmente in VR il 13 Aprile 2023 in esclusiva per Meta Quest 2.

Il gioco è ambientato negli anni ’30 e ci metterà nei panni di Norah Everhart, in cerca di suo marito, scomparso nel sud del Pacifico durante una spedizione.

Il gioco sviluppato da Out of the Blue Games e pubblicato dalla Raw Fury, si presenta come un’avventura grafica ricca di enigmi, anche se non sempre riusciti.

All’interno del mondo di gioco manca la presenza di personaggi non giocanti, ma anche se ci troveremo per tutta l’avventura da soli, ci sembrerà comunque di percorrere ambientazioni vive e ricche di storia. Quest’ultima infatti ci verrà raccontata direttamente dalla protagonista o da brevi lettere che troveremo all’interno delle varie aree esplorabili, rendendo così ogni oggetto presente utile a farci capire meglio cosa sia successo al marito della protagonista.

Da un punto di vista tecnico il gioco gira molto bene su Meta Quest 2, con una buona mole poligonale, anche se non siamo ai livelli di Red Matter 2, risulta comunque molto piacevole ed alcuni paesaggi vi lasceranno sicuramente a bocca aperta. Peccato solo per un aliasing evidente sui poligoni posti in lontananza ed alcuni elementi bidimensionali a rovinare l’atmosfera.

Il comparto audio presenta un ottima campionatura di brani che ci accompagneranno per tutta l’avventura con musiche evocative in grado di aumentare il senso di magnificenza di alcune sequenze presenti nel gioco. Ottimo anche il doppiaggio di Cissy Jones, che presta la voce alla protagonista Norah.

Lato gameplay il gioco non si discosta dall’originale, proponendo la stessa offerta ludica senza aggiungere elementi in esclusiva per questa specifica versione. Gli enigmi, che dovrebbero essere il fulcro del gioco, non risultano particolarmente ispirati, infatti spesso mi sono trovato di fronte ad una risoluzione piuttosto semplicistica ed alle volte inutilmente tediosa. Inoltre in Call of the Sea VR, manca del tutto la possibilità di avvicinare alla propria mano oggetti lontani o semplicemente caduti a terra, facendoci il più delle volte chinare fisicamente verso il pavimento. Per quanto questo tipo di approccio potrebbe favorire ulteriormente l’immersività nel gioco, sarebbe stata gradita tale opzione ormai tipica delle ultime produzioni VR.

Altro grosso punto debole, almeno per quanto riguarda il nostro Paese è la mancanza della lingua italiana, presente invece nell’edizione Flat.

In conclusioni Call of the Sea VR è un titolo che presenta una trama piuttosto lineare, ma abbastanza interessante da portarci fino ai titoli di coda senza problemi, grazie anche alla modesta longevità che vi porterà a finire il gioco in circa cinque ore. Tecnicamente gira egregiamente su Meta Quest 2, presentando anche scorci visivamente memorabili, inoltre durante la mia partita non ho riscontrato ne bug ne problemi tecnici. Un grosso peccato per gli enigmi, su cui è basato l’intero gameplay di Call of the Sea VR, che non riescono a far elevare una produzione che con qualche sforzo in più sarebbe potuta diventare imprescindibile per tutti gli amanti dei puzzle game. Questo gioco comunque al netto dei suoi difetti, lo consiglio specialmente a tutti gli appassionati di avventure grafiche in cerca di un titolo VR spensierato e con una storia interessante, se invece in un gioco volete l’azione e far fuori quanti più nemici possibile, questo non è il titolo per voi.

 

 

 

 




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