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Space Ops VR – la recensione

Giocato su Pimax 5k

Space Ops VR, di DevCubeStudio, è uno sparatutto futuristico a tema spaziale nel quale ci ritroveremo a vestire i panni di un soldato ancora inesperto. Nei panni dell’uomo, attraverseremo una serie di missioni e un arduo percorso di addestramento, puntando a diventare uno dei membri della squadra d’élite impiegata nelle delicate operazioni speciali presenti in gioco. Space Ops prova cosi a ritagliarsi un suo spazio nel mondo della realtà virtuale, con una formula ben rodata che oggi non comporta troppi rischi; ma è proprio qui che iniziano i problemi legati al titolo.

Negli ultimi due anni la qualità del genere sparatutto VR ha visto un netto miglioramento, soprattutto per quanto riguarda le meccaniche di gioco, facendo cosi crescere nettamente le aspettative che il pubblico nutre quando si parla di un FPS in realtà virtuale di ultima uscita. Space Ops si presenta fin da subito molto grezzo rispetto alla concorrenza, a tratti lasciando addirittura la spiacevole sensazione che forse ci sia stata un po’ troppa fretta e poca cura  nei dettagli in fase di sviluppo; dettagli che tuttavia oggi sono diventati fondamentali per poter godere appieno di questo genere.

Della trama, a parte l’incipit sopracitato, non resta molto. Space Ops VR neanche prova a lasciare una pista narrativa al giocatore, mettendoci difronte ad un menu che ci catapulterà direttamente nelle missioni di gioco selezionabili da uno schermo posto nella stanza principale. Avviata la missione una voce in trasmissione radio andrà spiegandoci cosa fare per riuscire a portare a termine “l’arduo” compito. A parte questo, tutto il resto viene dato per scontato, rivelando quella che appare più come della semplice pigrizia narrativa, che con l’avanzare dell’avventura – non avendo nessun riferimento narrativo a fare da rafforzo – finisce per dar concretezza ad un forte senso di dispersione ed inconsistenza.

 

Se allo sparatutto si perdona facilmente l’assenza di un filo narrativo particolarmente elaborato, non si può fare fare altrettanto quando si parla di gameplay e meccaniche dello shooting. In space Ops VR difficilmente si riesce a godere delle svariate sparatorie che ci si ritrova a fronteggiare, e a rafforzare questa sensazione di noia e ripetitività troviamo un I.A. dei nemici davvero elementare. Nella maggior parte dei casi ci si troverà a sparare su creature che si limiteranno a corrervi incontro e lasciandosi gioiosamente crivellare di colpi, rendendo l’esperienza poco stimolante.

Il feeling arma alla mano è surreale e poco convincente andando a degradare ulteriormente nel momento in cui si ritrova a dover ricaricare. Difatti, una volta terminati i colpi nell’arma, apparirà automaticamente un nuovo caricatore “fluttuante”, il quale non saremo costretti ad afferrarlo con le mani; tuttavia, essendo magnetizzato al braccio, basterà muoverlo per far fluttuare le munizioni nei pressi dell’alloggiamento. Insomma, visivamente parlando il tutto avviene in modo sgraziato ed inorganico.

 

Il comparto grafico invece ad una prima occhiata riesce a colpire positivamente, con un buon livello di dettaglio, discreti giochi di luce ed una buona quantità di poligoni su personaggi ed ambienti. Purtroppo anche sotto questo punto di vista avanzando di missione in missione ci si rende conto con amarezza che il gioco è davvero poco curato nel design dei livelli. Le aree sono brulle e prive di dettagli, pavimentazioni che altro non sono che un area di gioco piatta e mal arronzata, con una proporzione del tutto sballata tra la dimensione percepita dello scenario e quella del giocatore.

I programmatori tentano, senza far mistero, un approccio più semplicistico ed arcade, a voler seguire le orme di giochi del calibro di Doom VFRSairento VR, ma che a differenza dei giochi a cui fa eco, rivela immediatamente una profonda immaturità in quello che ad oggi è un genere che non concede spazio a questo tipo di inadeguatezze.

Non fraintendetemi, non è tutto cosi terribile in Spec Ops VR, e le idee di base sono tutte molto interessanti e potenzialmente efficaci. Il gioco prova ad offrire svariate modalità, da una classica e sempre ben accetta modalità ad orde fino ad una campagna e un multiplayer sia coop che versus; il problema in questo caso risiede nel fatto che il gioco, pur mettendo in campo un ottima varietà nei contenuti, non riesce ad eccellere in nessuno di questi.

 

In conclusione, Space Ops VR proprio non riesce a divertire e i difetti che lo affliggono forse superano in numero i pregi che gli si possono attribuire, soprattutto se si considera il costo a cui viene venduto. C’è da precisare però che il titolo vanta un ottimo supporto nel tempo da parte dei programmatori, il che lascia ben sperare su futuri update gratuiti atti a risolvere queste mancanze che ad oggi affliggono Space Ops VR.

Space ops VR è disponibile dal 30 maggio 2019 al prezzo di 12,39€ su Steam e Oculus store.






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Flavio Mondelli

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