World War Z VR |Recensione| Meta Quest, PCVR

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World War Z, celebre romanzo di Max Brooks uscito nel 2006, è ormai diventato un franchise riconoscibile, grazie anche al film del 2013 con protagonista Brad Pitt, diretto da Marc Forster, e ad alcuni videogiochi omonimi, tra cui uno spin-off mobile e, forse il più famoso, il titolo del 2019 sviluppato da Saber Interactive per Xbox One, PS4 e PC.
Ora, la stessa Saber Interactive porta il brand nella realtà virtuale con World War Z VR, un titolo inedito pensato per offrire al pubblico vr la miglior esperienza possibile.

Le premesse sono semplici e il gioco evita inutili spiegazioni: il mondo è ormai popolato da zombie e il nostro obiettivo è sopravvivere portando a termine diverse missioni ambientate in tre città sparse per il globo. Tra queste troviamo New York, Tokyo e Marsiglia, ognuna delle quali propone missioni della durata di circa mezz’ora, per un totale di 6-7 ore fino ai titoli di coda.

Prima di ogni missione possiamo scegliere il nostro alter ego da un team predefinito di tre personaggi; i restanti due saranno controllati dall’intelligenza artificiale, su cui torneremo tra poco.

Le mappe di gioco, pur essendo lineari, offrono bivi e stanze nascoste in cui reperire armi o speciali chiavi, utili per affrontare le orde di zombie. Queste chiavi, particolarmente preziose alle difficoltà più alte, garantiscono un vantaggio strategico significativo e vanno usate nel momento più opportuno: possono attivare torrette automatiche, pedane elettriche per folgorare i nemici e altri strumenti fondamentali per completare la missione.

Il gunplay risulta divertente, con la possibilità di impugnare con entrambe le mani le armi più grandi per ottenere maggiore stabilità e precisione. Inoltre, tramite le opzioni, si può scegliere tra due stili di gioco: uno più simulativo, in cui occorre scaricare l’arma, estrarre il caricatore, reinserirlo e poi caricarla manualmente (con movimenti di ricarica differenti a seconda del modello), e uno più arcade, in cui basta avvicinare l’arma al cinturone con le munizioni per ricaricare automaticamente. Personalmente, per questo genere, preferisco l’approccio arcade, ma la possibilità di una ricarica realistica è sicuramente un’aggiunta gradita.

Al termine di ogni missione riceviamo punti esperienza, che ci permettono di salire di livello e sbloccare abilità attraverso un albero delle skill semplice ma efficace. Tra i potenziamenti disponibili, ad esempio, la possibilità di portare con se due pistole o aumentare la salute massima.

Tecnicamente, World War Z VR su Meta Quest 3 garantisce una buona fluidità, texture di buon livello e un audio spaziale capace di farci individuare con precisione la posizione dei nemici. L’illuminazione globale, però, risulta un po’ piatta e avrebbe meritato maggiore cura. In generale, la qualità visiva è soddisfacente, anche se ci sarebbe stato margine per fare meglio.

L’elemento più riuscito, e che distingue il gioco da altri titoli simili, è la resa delle orde: spettacolari nella messa in scena tanto che vi sembrerà di vivere in prima persona proprio quelle scene che hanno reso famosa la pellicola cinematografica.

La rigiocabilità è buona: in alcune missioni, come quando bisogna trovare una manovella per alimentare un ascensore, l’oggetto viene posizionato in punti diversi, introducendo una lieve variabilità. Non è una rivoluzione, ma rappresenta un piccolo incentivo a rigiocare.

Il gioco, purtroppo, è limitato al solo single player: considerando che il team è composto da tre personaggi — uno controllato dal giocatore e due gestiti dall’IA — sarebbe stato naturale aspettarsi una modalità cooperativa online, sullo stile di After the Fall. Le mappe, però, sono strutturate in modo tale che un multiplayer renderebbe il gioco troppo semplice, soprattutto considerando che i tre personaggi disponibili sono identici in termini di abilità: a differenziarli è solo il modello poligonale. Un’occasione mancata, che avrebbe potuto essere colta differenziando i ruoli, ad esempio con personaggi più lenti ma forti, specializzati nelle armi pesanti, o più agili e rapidi con le armi leggere. L’IA dei compagni, inoltre, lascia a desiderare, a volte peggiore persino di quella degli zombie.

Le missioni, pur variando leggermente, seguono spesso lo stesso schema: si avanza eliminando qualche zombie, si affronta una piccola orda, si prosegue con altri scontri fino a un’arena finale con un’orda più grande, il cui superamento segna la conclusione della missione. Il gameplay resta divertente, ma la ripetitività riduce l’impatto e il ritmo dell’azione.

In conclusione, World War Z VR non è un brutto gioco, ma un titolo che avrebbe potuto osare di più. Presenta ottime idee — come l’uso strategico delle chiavi — affiancate da scelte meno riuscite, come la gestione del team, l’assenza di multiplayer ed una ripetitività piuttosto marcata. Rimane comunque consigliato agli amanti del genere e a chi cerca un’esperienza immersiva e complessivamente solida, pur con qualche sbavatura di troppo.

 




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