Giocato su Steam VR con Meta Quest 3 collegato con Virtual Desktop
Se, come me, amate lo stile di Tim Burton o videogiochi come Little Nightmares, allora non potete perdervi la recensione di Out of Sight VR, il nuovo titolo sviluppato dai ragazzi di The Gang e adattato alla realtà virtuale da Flat2VR Studios. Quindi, senza troppi indugi, abbracciate il vostro orsacchiotto di peluche e scopriamo insieme quali sono i pro e i contro di Out of Sight VR.
All’interno del gioco troveremo la giovane Sophie, una ragazza cieca, che riacquisterà la vista grazie a uno strano orsacchiotto di nome Teddy, che le permette di vedere il mondo attraverso i suoi occhi. Tra i due si instaura una perfetta simbiosi. Noi interpreteremo Teddy, e grazie a una prospettiva in seconda persona dovremo aiutare Sophie a fuggire da una vecchia villa prima che sia troppo tardi. Sebbene la trama non sia particolarmente innovativa, riesce comunque a risultare interessante per le circa due ore necessarie ad arrivare ai titoli di coda, facendo vivere l’esperienza più come un film d’animazione che come un videogioco vero e proprio.
Purtroppo, Out of Sight VR è un gioco che, per via della sua natura di “MOD VR”, potrebbe dividere il pubblico della realtà virtuale. Su PCVR, artisticamente parlando, il titolo si presenta in maniera sublime, con un art design e un character design decisamente ispirati. La sensazione è quella di trovarsi all’interno di un film di Tim Burton, con atmosfere gotiche e un pizzico di soft horror, capaci di mantenere alta la tensione senza mai scadere in jumpscare gratuiti.
Un altro punto di forza è sicuramente il comparto audio e, in generale, il sound design. Spesso sentiremo la padrona di casa o il maggiordomo aggirarsi nei dintorni, intenti a cercarci, aumentando così il senso di angoscia. Anche la colonna sonora è sempre azzeccata e ben integrata, riuscendo a trasmettere con efficacia l’ansia vissuta dalla protagonista.
Il gameplay risulta piuttosto classico, con enigmi semplici e ripetitivi, ma supportato da un comparto tecnico ben realizzato. Il gioco è completamente localizzato in italiano, con doppiaggio in inglese.
Come accennato, il gioco potrebbe risultare divisivo, soprattutto per il pubblico VR. Essendo una versione modificata della versione flat e non pensata originariamente per la realtà virtuale, non presenta vantaggi di immersione significativi in termini di gameplay: non è possibile interagire direttamente con oggetti o enigmi, se non tramite la pressione di un tasto. E sebbene questo non sia necessariamente un difetto, la decisione di distribuire le due versioni in pacchetti separati potrebbe rivelarsi controproducente.
È vero che la versione VR è ancora in Early Access, ma appare comunque piuttosto solida, senza bug o glitch evidenti. L’unico problema riscontrato riguarda l’eccessivo utilizzo della GPU: sul PC utilizzato per il test, dotato di una RTX 5070 da 12 GB di VRAM, un Ryzen 5 5600x e 32 GB di RAM, il gioco impostato su grafica “epica” tende a sovraccaricare la scheda video dopo pochi minuti. Il risultato è una perdita di fluidità nei momenti più concitati, e nemmeno abbassando i settaggi grafici si riesce ad alleggerire il carico sulla GPU. C’è quindi ancora del lavoro da fare in termini di ottimizzazione.
In conclusione, Out of Sight VR è un bellissimo gioco imperfetto, con un design ispiratissimo e una trama che, pur non brillando per originalità, riesce a essere piacevole e coinvolgente. Di contro, il gameplay rimane piuttosto tradizionale, senza guizzi creativi nella varietà degli enigmi. La versione VR, seppur ben realizzata, soffre ancora di problemi di ottimizzazione, in particolare per quanto riguarda il carico sulla GPU.
Se amate lo stile grafico gotico questo potrebbe essere il gioco che fa per voi. Se invece cercate un gameplay profondo e enigmi davvero impegnativi, valutate bene prima dell’acquisto.
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