Theseus: la recensione

Introduzione

Theseus arriva su PC dopo un periodo di esclusività temporale su piattaforma PSVR. Laddove nella sponda Oculus i titoli d’azione in terza persona non mancano, cosa ben comprensibile se si pensa al lungo periodo di uso esclusivo via joypad per assenza di controller di movimento (da fine marzo al dicembre 2016), il genere latita del tutto sul versante SteamVR. Da questa prospettiva Theseus propone quindi una esperienza inedita che copre una fascia di mercato non ancora rappresentata, e di cui personalmente sentivo la mancanza.

Il gioco

Theseus pesca dalla mitologia greca, proponendo le gesta di Teseo figlio del re ateniese Egeo nel labirinto di Cnosso. Asterione, nome proprio del Minotauro in esso imprigionato, sarà il vostro terrificante antagonista. Niente filo d’Arianna stavolta, ma un bell’arcade adventure sì per un gioco che basa sul combattimento assai meno di quanto le immagini lascerebbero supporre. Joypad alla mano, tipo di controllo ideale per le dinamiche di gioco proposte, dovrete superare vari tipi di ostacoli grazie alla possibilità di arrampicarvi ed utilizzare interruttori, risolvendo nel contempo alcuni semplici enigmi e meno semplici contrasti fisici.

La stilizzazione di Theseus strizza l’occhio alle produzioni del Team Ico, con Asterione quale neoeletto colosso, mastodontiche strutture in pietra con vestigia dell’architettura antica in ogni dove e principessa di luce da salvare. Tecnicamente Forge Reply ha fatto le cose per bene, con forse la migliore illuminazione dinamica e nebbia volumetrica viste in realtà virtuale. Il risultato è estatico ma anche terrificante, con ombre deformi stagliate sulla roccia e misteriose fonti di luce che riempiono il cielo. Sebbene tutto sia realizzato con professionalità, il vostro personaggio è forse la meno rilevante delle comparse, mentre una nota di merito deve essere fatta all’unico tipo di nemico presente oltre il Minotauro. Da persona aracnofobica ho dovuto attingere ad una certa quantità di coraggio per affrontare questa sorta di demoni ragno, che sono non solo disturbanti nella foggia ma anche animati con dovizia. Notevole anche l’audio ed il sonoro.

Tornando al gioco vero e proprio, Theseus si caratterizza per una certa linearità che lascia poco spazio alla libertà di movimento. I problemi da affrontare si susseguiranno in una sequenza ben precisa, scelta che rafforza l’elemento narrativo a discapito di quello esplorativo. La cosa non è necessariamente un male, ma conduce a quella che è l’unica reale riserva di una produzione eccellente: la brevità. Ho ultimato il gioco in meno di due ore, senza incontrare particolari ostacoli e con checkpoint sempre finemente cesellati per non dover rifare più di poche mosse. E’ vero che lo standard delle produzioni in realtà virtuale non vede la longevità tra i suoi elementi più spiccati, ma la sensazione che finisca troppo presto e quando ancora tanto sarebbe stato da dire è forte.

Comfort e implementazione

Il gioco fa uso di una ottima terza persona gestita per lo più da telecamere fisse disposte nello scenario. Occasionalmente l’inquadratura seguirà il personaggio da dietro le spalle in frangenti dove si deve camminare in una direzione soltanto, cosa che non incide gran ché nel comfort complessivo ma aggiunge pathos e coreografia. I comandi sono quelli tipici dei giochi d’azione in terza persona, quindi ben rodati ma prevedibili. Prestazioni ugualmente buone, gira fluidissimo e con discreti margini di configurabilità. Theseus è tra i pochi titoli VR interamente localizzati in italiano, cosa che non deriva da traduzioni esterne in quanto Forge Reply è una software house di Milano, elemento che non ho voluto citare nel cappello per evitare di accennare a qualsivoglia forma di campanilismo, peraltro inutile considerata la solidità tecnica della produzione.

Conclusioni

Theseus è un titolo unico nel versante SteamVR, molto bello ma anche assai corto. Il comparto audiovisivo è indiscutibile per un risultato che pesca a piene mani dall’immaginario epico alla Shadow of the Colossus introducendo una ulteriore vena orrifica. Nel variegato scenario della realtà virtuale c’è ancora spazio per avventure in terza persona via joypad: se ben realizzate per scala ed interfaccia, sono in grado di suscitare ben altro livello di coinvolgimento rispetto alla fruizione via schermo. Per i cultori un acquisto da tenere in seria considerazione.






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Raffaele Cadeddu

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