L’avvento di Half-Life: Alyx ha segnato uno spartiacque indelebile nella storia della Realtà Virtuale, ridefinendo gli standard di interazione e narrazione, e imponendosi come la prima vera killer app per la realtà virtuale. In questo scenario post-Alyx, la fame di esperienze capaci di eguagliare il capolavoro di Valve è ancora insaziabile. È in questo vuoto di mercato che cerca di inserirsi Of Lies and Rain, titolo sviluppato dalla software house italiana Castello Inc., che punta a offrire su tutte le piattaforme VR un’avventura story-driven di alto profilo. Saranno riusciti nell’impresa? Scopriamolo insieme in questa recensione.
Il comparto narrativo ci proietta in un classico scenario post-apocalittico. La Terra è soggiogata da Ade, un’intelligenza artificiale fuori controllo che minaccia l’estinzione umana. Nei panni di un soldato affetto da amnesia, saremo chiamati a sventare la minaccia planetaria. Sebbene le premesse siano funzionali all’azione, la scrittura soffre di una marcata mancanza di originalità. La trama scorre lineare, priva di plot twist capaci di mantenere alta la tensione, e le interazioni tra il protagonista Adam e la comprimaria Sam risultano spesso forzate, con dialoghi che oscillano tra il banale e l’involontariamente comico, minando l’immersività generale.
Ludicamente, Of Lies and Rain si configura come un FPS con elementi survival, dove l’esplorazione gioca un ruolo preponderante. Il gunplay si affida a un arsenale essenziale (pistola, fucile a pompa, mitragliatrice) che restituisce un feedback discreto durante gli scontri a fuoco. Il sistema di progressione è legato alla raccolta di “GPU”, valuta in-game spendibile presso terminali olografici per potenziare l’equipaggiamento. Tuttavia, emerge qui un problema di bilanciamento dell’economia di gioco: a difficoltà normale, il sistema di upgrade appare superfluo. La maggior parte dei potenziamenti risulta accessoria e non necessaria per completare la campagna, riducendo l’incentivo all’esplorazione minuziosa.
Per spezzare il ritmo dello shooting, il team ha introdotto le “Datazones”, sezioni ambientate nel cyberspazio caratterizzate da meccaniche platform. Qui il gameplay varia, introducendo un’arma gravitazionale ed una sorta di balestra virtuale dalle munizioni infinite: la prima utile per saltare da una piattaforma all’altra, la seconda per affrontare i nemici. Purtroppo, queste fasi soffrono di un ritmo altalenante e, anziché arricchire l’esperienza, tendono a frammentarla eccessivamente, risultando meno ispirate rispetto alle sezioni nel mondo reale.
Provato su PC con impostazioni ad “Ultra”, il titolo dimostra una solidità tecnica encomiabile, garantendo un frame rate granitico e un’ottimizzazione priva di bug critici. La conta poligonale è apprezzabile, anche se la natura indie del progetto affiora nella resa di alcune texture ambientali (muri e terreno) che appaiono piatte e prive di spessore. Questo difetto si nota soprattutto sulle superfici in rilievo: spostandosi lateralmente, infatti, l’illusione di profondità svanisce, svelando la totale piattezza della texture. Notevole invece il sound design: l’audio spaziale è implementato con cura, permettendo al giocatore di localizzare i nemici a 360 gradi con precisione, un elemento cruciale per l’immersione in VR.
Le uniche vere incertezze arrivano dall’Intelligenza Artificiale e dalle interazioni fisiche. I nemici mostrano routine comportamentali basilari, limitandosi spesso ad assalti frontali, e le meccaniche di arrampicata mancano talvolta di rifinitura nei movimenti più concitati.
In conclusione, Of Lies and Rain è un prodotto estremamente solido, privo di reali difetti strutturali o bug che possano compromettere l’esperienza. Analizzato singolarmente è un buon gioco, impreziosito da una localizzazione completa in italiano che farà la felicità dell’utenza nostrana. Il vero problema è che la somiglianza con Half-Life: Alyx è talmente marcata da diventare una condanna: replicare così fedelmente le meccaniche di un titolo uscito nel 2020 rende Of Lies and Rain, per quanto ben realizzato, un gioco che sembra nato vecchio. Un acquisto consigliato per i possessori di Meta Quest o PS VR2 che cercano quell’esperienza specifica, ma che lascerà ai veterani del PCVR un forte senso di déjà-vu.
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