Tra i grandi classici del puzzle-gaming musicale, Lumines occupa un posto particolare per chi nel 2004 aveva l’età giusta per avere una PSP. Il “puzzle game mobile” ante litteram di Tetsuya Mizuguchi – fondeva ritmo e logica – in un piccolo cult ancora oggi ricordato con affetto. L’arrivo di Lumines Arise in VR rappresenta quindi un’occasione speciale: riportare in vita quella formula, ma sfruttando la VR per amplificarne l’impatto audiovisivo.
Il risultato non è una rivoluzione, ma una reinterpretazione moderna e sorprendentemente efficace di un concept che già allora puntava molto sull’immersione sensoriale. La VR qui non serve come piccolo add-on: funge da estensione naturale della filosofia di Lumines come abbiamo già visto in titoli come Tetris Effect e Rez Infinite.

Il core gameplay di Lumines Arise resta fedele all’originale: blocchi 2×2 composti da due colori cadono dall’alto, e il giocatore deve combinarli in quadrati monocromatici che vengono “puliti” da una linea ritmica che scorre di lato. Ogni skin modifica ritmo, velocità, palette colori e pattern audio, creando un flusso ipnotico che detta legge da più di vent’anni.
In VR, però, cambia la percezione:
- La board appare davanti a voi non più come una griglia piatta ma come un immenso mondo di colori e sfondi 3d che vi cadono letteralmente addosso.
- Gli effetti visivi si espandono nello spazio circostante, trasformando l’ambiente e stimolandovi come solo la VR sa fare. Potrete percepire il freddo, il ghiaccio e il calore degli ambienti grazie a una eccellete transizione degli scenari accompagnati da musiche quasi sempre perfettamente amalgamate.
Il gameplay resta classico, preciso e immediato: chi ha giocato le versioni flat ritroverà esattamente lo stesso ritmo, la stessa “logica da trance” e il medesimo equilibrio tra relax e tensione.

Controlli e comfort
I Sense Controller funzionano bene, fanno quel piccolo “click” che ti fanno percepire l’attacco al momento giusto. Personalmente su PsVR2 l’ho giocato con il dual sense, anche per la presenza della croce direzione che permette una maggior precisione.
Sul fronte comfort:
- Sessioni anche lunghe non mi hanno dato fastidio, nonostante la natura statica del gioco che in alcuni altri giochi di puzzle solving potrebbero appesantire la testa, qui siete ingaggiati al 100% e non sentirete affatto la stanchezza, mai!
- Il tracking della testa serve solo per osservare gli effetti attorno a sé, senza necessità di spostamenti.
- Nessun rischio di motion sickness al netto del livello degli ascensori che potrebbe crearvi un po’ di spossatezza ma allo stesso tempo emozionarvi nel darvi la sensazione di cadere nel vuoto in alcuni quadri

Audio e sinestesia: il vero cuore del gioco
Se Lumines ha sempre funzionato, lo si deve al suo comparto audio-visivo. Arise in VR però diventa come un moltiplicatore erotico di piaceri sensoriali.
Visivamente è emozionante: dagli oggetti 3D sullo sfondo e ai lati, ai cubi che finalmente guadagnano profondità e vita, il vento gelido, uccelli infuocati, grandi astronauti o camaleonti a fare contorno alla scena e il tutto perfettamente mixato su tracce tecno-trance. Arise è lo sballo per gli amanti della VR. Una run di 5 quadri dura circa 20 minuti in cui però il gioco vi richiede la vostra massima concentrazione, soprattutto nei quadri dai contrasti meno marcati (frutti rossi e verdi per chi è daltonico ad esempio) ma vi restituisce piacere visivo, sonoro e tattile.
Se avete un butt-kicker, un bass shaker usate tutto quello che avete per enfatizzare ancora di più l’immersività e non ve ne pentirete.
Questo Lumines ricade nella fascia di giochi come Tetris Effect, Rez Infinite e Thumper e nella mia personale classifica si posiziona facilmente al secondo posto, sotto Thumper e forse a pari punti con Tetris Effect.
Non è Rez Infinite, e non vuole esserlo, ma rimane una delle esperienze puzzle-music più curate e coerenti disponibili in VR. L’effetto “flow state” funziona benissimo.

Modalità di gioco
Il pacchetto è piuttosto classico:
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- Modalità Viaggio: una campagna principale composta da livelli collegati, da completare senza mai perdere.
- Sfide alternative: includono sfide che mescolano elementi di Tetris e Lumines, quelle che richiedono di creare o distruggere forme specifiche in un tempo limitato, o azioni particolari come “schiudere un uovo”.
- Playlist personalizzabili: permettono di creare sequenze di livelli preferite per giocare in base ai propri gusti.
- Modalità multigiocatore
Non c’è molto di più, e questo è probabilmente il limite più evidente del gioco: Arise non prova ad ampliare il concept con modalità VR-specifiche o soluzioni più audaci. L’esperienza è quella di Lumines, trasportata in realtà virtuale.

Longevità
Come sempre nei puzzle game musicali, la durata dipende da quanto si entra nel flusso del gioco. Per chi ama la formula, Lumines Arise può diventare un titolo da tirare fuori spesso per sessioni di 10–20 minuti. Per chi cerca varietà di contenuti, potrebbe stancare prima. Non è chiaro se come avviene per altri giochi ci sarà il rilascio continui di quadri a tema, magari per festeggiare qualche evento anche come stunt marketing. Personalmente dopo averlo finito ho provato a fare la modalità viaggio tutta d’un fiato ma non ho avuto altri stimoli, soprattutto non essendo un giocatore appassionato del multiplayer.

Conclusioni
Lumines Arise non reinventa la ruota, ma è probabilmente la miglior incarnazione moderna del concept. La VR non stravolge la formula ma la arricchisce la amplifica e rende l’impatto audiovisivo magnetico.
Non è un must-have per chi cerca esperienze VR cinematiche, interattive o narrative.
È invece perfetto per chi ama puzzle game musicali, gameplay raffinato, e vuole godersi un titolo elegante e pulito
Un ritorno semplice ma efficace, che a mio avvisto trova la sua migliore espressione su PSVR2.
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