From Other Suns: la recensione

Nata dalle ceneri di Vigil Games (Darksiders e Darksiders 2), Gunfire games sembra essersi ormai specializzata nella realtà virtuale. Dopo aver sperimentato con titoli in terza persona (Herobound e Chronos) e dopo essersi confrontata con un FPS multiplayer divenuto tra i titoli di punta della lineup Oculus (Dead and Buried), la software house americana decide di buttarsi su un nuovo progetto; questa volta puntando molto più in alto e dando vita ad un FPS principalmente cooperativo che strizza l’occhio al roguelike più squisitamente contemporaneo.

A livello narrativo, From Other Suns non regala consapevolmente nulla di interessante: la terra sta per essere distrutta da una forza maligna e noi, insieme ai nostri compagni di avventura, dovremo fermare la temibile nave madre prima dell’imminente arrivo sul pianeta blu. Partendo da questi presupposti, From Other Suns ci immerge nei panni di un eroe casuale, all’interno di una piccola navicella spaziale da cui potremo gestire le sorti del nostro viaggio fino all’inevitabile scontro finale.

Il gameplay di From Other Suns si basa esattamente su questo percorso, omettendo quasi completamente tutti gli aspetti legati alla gestione dell’astronave ma concentrandosi principalmente sugli scontri a fuoco. Nonostante la mancanza di profondità, i ragazzi di Gunfire Games sono riusciti ad elaborare un tipo di progressione semplice e ben scandita, anche grazie a uno stimolante sistema di permadeath che avvicina il titolo al genere dei roguelike e che spinge il giocatore a procedere con cautela.

La navicella su cui iniziamo la nostra avventura è divisa in sezioni: abbiamo stanze che gestiscono gli scudi, la vitalità, l’ossigeno e le armi, ma difficilmente ci toccherà visitarle, se non per riparare qualche guasto dovuto a un improvviso attacco nemico. Le due stanze principali si faranno dunque la cabina di pilotaggio e la stanza del teleport.
Dalla prima potremo comunicare con le navi nemiche e impostare la rotta dalla mappa stellare; mentre dalla seconda potremo gestire un inventario permanente per tutta la crew e trasferire il nostro corpo sulle navi avversarie.
La mancata possibilità di guidare fisicamente il veivolo o gestire nel dettaglio i viaggi spaziali risulta una scelta poco felice, che avrebbe reso il titolo molto più longevo e avvincente; d’altro canto quello che From Other Suns decide di fare, lo fa piuttosto bene.

Le missioni girano fondamentalmente intorno all’eliminazione di tutte le presenze nemiche a bordo della nave attraccata, per poi scendere nel cargo a saccheggiare le risorse, eliminare il capitano e infine far brillare la struttura. Le ultime fasi si rivelano indubbiamente le le più importanti, poiché il drop che reclameremo dal capitano sarà il più potente di tutta la missione e ci avvicinerà di uno step verso l’obiettivo finale.
Di nave in nave, andremo quindi ad accumulare oggetti sempre più potenti, fino a quando il nostro equipaggiamento sarà in linea con quello del villain di turno e saremo pronti ad affrontarlo, terminando conseguentemente l’avventura. Il fatto di poter raggiungere l’ultimo livello in qualsiasi momento, similmente a quanto fatto da Nintendo con The Legend of Zelda: Breath of the Wild, rende l’avventura estremamente libera da qualsivoglia barriera o percorso prestabilito e finisce per diventare uno dei suoi più grandi punti di forza.

Se le fasi di shooting si attestano sul livello delle migliori produzioni VR, senza aggiungere però nulla di nuovo, le mansioni alternative che ci ritroveremo ad affrontare tentano di dar varietà ad un titolo che rischia di tediare sulla media distanza, riuscendoci a metà. La meccanica relativa al loot nemico, ad esempio, prevede di cercare delle simil chiavette USB da inserire in un PC situato nel cargo di ogni nave avversaria; una volta inserita, il computer ci anticiperà la percentuale di successo dell’operazione. Se il trasferimento andrà a buon fine acquisiremo il loot, se il trasferimento fallirà porterà la chiavetta al sovraccarico, rendendola inutilizzabile e costringendoci ad abbandonare la missioni a mani vuote. La deviazione è divertente e si porta dietro delle dinamiche interessanti legate all’acquisto di vari upgrade per la nave, ma non elimina del tutto la sensazione di deja vu.
Data la ripetitività delle azioni, affrontare l’avventura in solitaria non regalerà grandi gioie; in multiplayer invece, From Other Suns da il meglio di sé, spingendo l’acceleratore su una cooperazione necessariamente affiatata, che non mancherà di divertire per qualche ora chiunque cerchi un esperienza VR da condividere con gli amici.

Tecnicamente, From Other Suns si dimostra solido, con una direzione artistica dall’impronta fumettosa ma ben realizzata, sia negli interni che nei personaggi e nelle animazioni. A livello di interazione con l’ambiente invece, siamo ai minimi termini: gli unici oggetti con cui potremo interagire saranno infatti armi e oggetti di missione, mentre tutto il resto rimarrà ben ancorato alla sua posizione, annebbiando non poco quel senso di immersione che tiene le redini della realtà virtuale.

From Other Suns è un titolo valido, che dimostra la solidità di una produzione ad alto budget nata apposta per VR e che tenta di proporre un’esperienza multiplayer ad oggi rara nel suddetto mercato. Sfortunatamente però, il titolo Gunfire Games soffre anche di una deludente mancanza di profondità che rende il gameplay immediato ma inevitabilmente ripetitivo sulla lunga distanza. Consigliato agli amanti degli FPS cooperativi, un po’ meno a chi cerca un’esperienza più completa che si avvicini a titoli del calibro di Elite Dangerous o Pulsar: Lost Colony.

From Other Suns è disponibile dal 14 Novembre 2017, esclusivamente su Oculus Store.






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Alessandro Redaelli

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